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Pensioni di vecchiaia, c'è la svolta: attenzione, chi si salva

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Michele Zaccardi
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Medici, infermieri, ufficiali giudiziari e maestri. Il governo salva le pensioni di vecchiaia e i diritti acquisiti al 31 dicembre 2023, limitando la stretta ai soli pensionamenti anticipati, svincolati dall’età anagrafica, e prevedendo un nuovo meccanismo per ritardare l’accesso alla pensione da un minimo di un mese fino a un massimo di sei mesi per tutte le categorie interessate. È quanto prevede un emendamento dell’esecutivo alla manovra depositato in commissione Bilancio al Senato. Oltre alle modifiche sulle pensioni dei medici, il primo pacchetto di modifiche alla legge di bilancio presentato dal governo contiene misure su enti locali e sicurezza. Previsto anche un ristoro di 105,6 milioni di euro per il 2024 per Valle d’Aosta, Friuli Venezia-Giulia, Sardegna e per le Province autonome di Trento e Bolzano per gli effetti dell’attuazione del primo modulo di riforma dell’Irpef.


Per quanto riguarda le pensioni, quelle di vecchiaia (a cui si accede con 67 anni di età) saranno escluse dalla stretta prevista in manovra per medici, dipendenti di enti locali, maestri e ufficiali giudiziari. Saranno invece penalizzate quelle anticipate. Un emendamento precisa in ogni caso che non rientreranno nelle nuove disposizioni le pensioni di chi matura i requisiti entro il 2023. La stretta sulle pensioni, però, sarà più soft per medici e infermieri che scelgono l’uscita anticipata. Per gli operatori sanitari si prevede una riduzione di un trentaseiesimo del taglio per ogni mese in più di permanenza al lavoro. Inoltre, i dirigenti medici e gli infermieri potranno, se lo vorranno, rimanere al lavoro fino ai 70 anni.

 


Una soluzione, quella sulle pensioni, che però non soddisfa i medici. La modifica alla legge di bilancio, che riduce il taglio degli assegni e penalizza chi lascia il lavoro in anticipo, non è sufficiente. «È solo una prima risposta», sostiene la Federazione nazionale degli Ordini dei medici. Un’insoddisfazione che spinge medici e infermieri a confermare lo sciopero del 18 dicembre e a minacciarne altri a gennaio. Tornando agli emendamenti presentati, si prevede un fondo con 32 milioni per il biennio 2024-2025 e 42 milioni di euro annui dal 2026 per l’incremento delle risorse destinate ai trattamenti economici accessori del comparto difesa, sicurezza e soccorso pubblico. Risorse per 38,3 milioni di euro annui dal 2024 al 2026 al personale delle Forze di polizia, delle Forze armate e del Corpo dei vigili del fuoco per la stipula di polizze assicurative per la copertura sanitaria e infortunistica complementare e integrativa. 

 

 

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