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In Basilicata la transizione ecologica conviene

Luigi Merano
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«Dall'indagine sulla qualità della vita, pubblicata dal quotidiano Il Sole 24 Ore, emerge che Potenza e Matera fanno registrare il miglior dato sull'inflazione, il più basso d'Italia (3,4 per cento) fra le province italiane: un dato che, è bene ricordarlo, la recente analisi congiunturale della Banca d'Italia mette in relazione al bonus gas che la Regione ha assegnato alle famiglie lucane». Il presidente della Regione Basilicata, Vito Bardi, ha giustamente rivendicato i positivi risultati sullo sconto nella bolletta del gas delle famiglie lucane, erogato grazie ai proventi delle attività estrattive nella Regione. Una redistribuzione ai cittadini che, ha ricordato Bardi, durerà «per tutti i nove anni di durata della concessione». Attraverso la vendita di parte del metano estratto dalle compagnie a ristoro dei costi sostenuti in bolletta per la molecola gas, secondo i costi medi di mercato definiti mensilmente da ARERA, ha permesso in meno di un anno di erogare a oltre 140mila utenze residenziali contributi pari a circa 87 milioni di euro.

 


Ma i sostegni alle famiglie lucane non si esauriscono sul gas, così come è ben più ampio e articolato il piano energetico della Regione, che punta dritto a un bilanciamento tra transizione ecologica e contenimento dei costi. Intanto, come hanno spiegato sia Bardi sia l’assessore all’Ambiente Cosimo Latronico, è pronto un altro intervento sociale che riguarda le bollette dell’acqua. Abbattendo i costi energetici di Acquedotto Lucano, infatti, la Regione, finanzierà la riduzione delle tariffe per la risorsa idrica su tutto il territorio. Un impegno strutturale per garantire la sostenibilità del servizio per i prossimi 30 anni. Nel dettaglio, ha spiegato Latronico, «con i tre impianti fotovoltaici da 50 megawatt complessivi Acquedotto lucano viene “messo in sicurezza” per sempre: la durata di un impianto fotovoltaico è infatti di 30 anni, e questo significa che per i prossimi 30 anni abbiamo garantito l'autosufficienza energetica del nostro servizio idrico. Che, ricordiamolo, è molto energivoro, data la conformazione orografica della Basilicata». La Giunta, nell’ambito dei progetti no oil, ha già deliberato anche la scheda tecnica della progettualità che assegna a Eni l’attività di produzione di energia da impianti fotovoltaici per 50 mwp che abbatterà dei 2/3 il fabbisogno energetico di Acquedotto lucano. Quando i nuovi impianti entreranno in funzione, insieme a quelli già in fase di esecuzione da parte di Acquedotto Lucano, ci sarà un abbattimento del 90% delle emissioni di Co2, cosa che renderà il sistema idrico integrato della Basilicata il più sostenibile d'Italia.

 


Nell’attesa che gli impianti vengano realizzati le compagnie petrolifere garantiranno energia al servizio idrico lucano ad un prezzo vantaggioso, con un risparmio annuo di 6,5 milioni. Con queste risorse Acquedotto lucano andrà a coprire la fornitura base delle seguenti voci in bolletta: quota fissa, acquedotto, fognatura e depurazione. Garantendo la quota base si disincentivano i consumi e gli sprechi, facendo quindi camminare sullo stesso binario le agevolazioni e la transizione energetica. Secondo le stime di Latronico, si riuscirà a garantire un risparmio notevole in bolletta a tutte le famiglie lucane con Isee inferiore a 30.000 euro, il che significa 70.000 nuclei familiari residenti in Basilicata. Sempre sul fronte idrico la Basilicata sta anche utilizzando i fondi del Pnrr per ridurre le perdite di distribuzione. L’Acquedotto ha infatti affidato gli appalti della missione M2C4 4.2 “Riduzione delle perdite nelle reti di distribuzione dell’acqua potabile, mediante interventi di distrettualizzazione, digitalizzazione e monitoraggio e smart metering”.

 


CANTIERI PER LA RETE Entro la fine dell’anno saranno completate tutte le consegne dei cantieri per le tre operazioni previste, che hanno come ambito di intervento ben 42 Comuni lucani per un totale di 4.577 km di rete idrica a servizio di 214.580 abitanti. L’area totale coperta dalle reti è pari a circa 274 Km2, i dislivelli altimetrici delle reti sono estremamente variabili, in quanto si tratta di aree fortemente eterogenee da un punto di vista orografico. L’efficentamento dell’Acquedotto e l’abbattimento dei costi si intreccia anche con le politiche nazionali a favore dell’energia prodotta da fonti rinnovabili (FER). Lo scorso ottobre, nell’ambito di un incontro organizzato per approfondire lo schema del decreto interministeriale “Disciplina per l'individuazione di superfici e aree idonee per l'installazione di impianti a fonti rinnovabili”, il Ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin ha infatti annunciato che ci sarà un decreto energia che prevederà un fondo di compensazione per i territori dove saranno installati gli impianti da FER (Fonti energetiche rinnovabili), pari a 10.000 euro a MWp di potenza installata. In quella sede, l’assessore Latronico, riprendendo il contenuto annunciato dal Ministro, ha proposto di istituire un fondo per le compensazioni ambientali come accade per le aree di coltivazione delle fonti fossili, che oggi assicurano ai territori ove insistono le coltivazioni una percentuale del controvalore dell’olio e del gas estratto. La compensazione avrebbe l’obiettivo di garantire processi di sviluppo ai territori che concorrono al fabbisogno e alla transizione energetica del Paese, in particolare a quelli del sud che sono particolarmente vocati all’installazione di impianti FER.

 

 

 


ENERGIA ELETTRICA Con il decreto ministeriale “Aree Idonee” in fase di emanazione, per la Basilicata si prevede di raddoppiare la potenza FER istallata a tutto il 2022, passando da circa 2000 MWp a 4000 MWp nel 2030. Tale prospettiva sarebbe correttamente perseguibile qualora si contempli un meccanismo di compensazione, in una regione che già al 2020, dai dati Terna, soddisfa l’intera domanda di energia elettrica annuale attraverso la produzione da fonti rinnovabili. La condizione di autosufficienza elettrica regionale si basa sulla produzione di 3.733,1 GWh, a fronte di un consumo complessivo dei lucani di 3.018,2 GWh (surplus pari a +714,9 GWh). «Se il governo accoglierà la nostra proposta sulle compensazioni ambientali anche per gli impianti da energia rinnovabile», ha detto Latronico, «potremo dare un beneficio anche nella bolletta della luce». Ma non è finita, perché la Regione sta anche lavorando agli sconti sull’energia per chi non è allacciato alla rete del gas. La misura complementare riguarda l’Avviso pubblico “Contributi a fondo perduto per l’installazione di impianti da fonti rinnovabili a servizio delle unità abitative non allacciate alla rete metano ricadenti nel territorio lucano”, che la Regione Basilicata ha voluto indire per incentivare e sostenere l’installazione di impianti di produzione di energia elettrica e/o termica da fonte rinnovabile. In questo modo, viene fornita ai cittadini la concessione di contributi a fondo perduto per un importo variabile tra i 5.000 e i 10.000 €, in base al tipo di intervento realizzato. I fondi stanziati sono pari a quasi 90 milioni di euro e provengono sempre dalle compensazioni per le estrazioni petrolifere. Una misura singolare, unica a livello nazionale, che insieme al “Bonus gas” punta a valorizzare i comuni lucani e vede la Regione impegnata per favorirne il ripopolamento. A oggi, le istanze di prenotazione del contributo protocollate sono più di 6.250, per un ammontare di circa 40 milioni di euro. I contributi già erogati ammontano, invece, ad oltre 3 milioni di euro. 

 

 

 

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