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Stellantis, l'accordo con i cinesi per rifilarci i bidoni elettrici

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L’idea è geniale: combattere la concorrenza cinese in Europa con la vendita di auto cinesi in Europa. Mentre gli Usa mettono dazi al 100% sui veicoli del dragone e la Ue sta valutando (con il solito ritardo) di seguirne la strada, Carlos Tavares ha annunciato ieri, direttamente da Hangzhou, la nuova strategia di Stellantis.

Da settembre le auto elettriche di Leapmotor sbarcheranno in nove Paesi europei, tra cui l’Italia, grazie al cappello del gruppo franco-italiano e alla sue rete di venditori. Le dinamiche sono tutte da capire. Stellantis ha sborsato 1,5 miliardi per diventare socio al 21% della casa cinese e il piano prevede la creazione di una joint venture internazionale controllata al 51% dal gruppo che per circa metà fa capo agli Agnelli-Elkann. Il che potrebbe anche consentire, ma questo è da vedere, di aggirare eventuali blocchi fiscali alla frontiera. Blocchi che saranno sicuramente aggirati nel momento in cui Lepmotor inizierà ad inviare i kit di assemblaggio che subiranno la lavorazione finale in Polonia o in Italia (a Mirafiori). Basterà qualche bullone per rendere la vettura made in Europe e farsi beffe dei dazi. Su questo punto, però, Tavares ha tenuto la bocca cucita.

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