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Eolico USA senza il vento in poppa

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Sconfortanti i dati del primo trimestre 2010; crisi e scarsa volontà politica le cause

Roberto Amaglio
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Mentre i ministri e i sindaci europei volano a Bruxelles per firmare il Patto dei Sindaci per la promozione delle energie rinnovabili, da oltreoceano arrivano brutte notizie per l'ambiente e le forti pulite. La crisi economica sembra infatti aver tarpato le ali all'industria eolica, mai così ferma dal 2007. Secondo l'American Wind Energy Association (AWEA), infatti, i primi 3 mesi del 2010 sono stati più che deludenti per il settore statunitense, con un installato pari a 539 MW che, confrontati con i 1621 MW installati nei primi tre mesi del 2008 e ai 3081 MW del 2009, sanno proprio di buco nell'acqua. "La difficoltà di reperire capitali, insieme con la scarsa richiesta del mercato, è emersa sul mercato e si riflette sulle ordinazioni", ha commentato Denise Bode, direttore esecutivo dell'AWEA, secondo cui anche per il resto dell'anno le previsioni non sono ottimistiche. Anche per i progetti in costruzione infatti c'è un calo rispetto all'anno precedente: 3.300 MW complessivi contro i circa 4.000 MW del 2009. Tuttavia sarebbe limitativo dare tutte le responsabilità alla congiuntura economica; a contribuire al rallentamento del progetto eolico, infatti, sembra anche esserci la diffidenza delle varie amministrazioni statali. Infatti, solo sei Paesi su 50 hanno installato una nuova potenza eolica (Texas,Oregon, Illinois, Kansas, Maine e Massachusetts), indice questo di una mancanza di linea precisa a livello governativo. "Nonostante gli alti e bassi del mercato, decine di imprese hanno già preso accordi per costruire o aggiornare impianti eolici negli Stati Uniti. Ora sono pronte per il boom: aspettano solo un segnale di stabilità del mercato e un impegno a lungo termine del governo", ha concluso Denise Bode.

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