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Manovra, Cottarelli promuove Meloni: "Conti gestiti bene, nessun taglio a pensioni e sanità"

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"Giancarlo Giorgetti col sostegno della premier Meloni ha dimostrato prudenza nella gestione dei conti pubblici e il piano presentato a Bruxelles è in linea con le nuove regole Ue": gli elogi al ministro dell'Economia e al governo per la manovra presentata nei giorni scorsi arriva dall'economista ed ex senatore dem Carlo Cottarelli. Sul rating dell’Italia, tra l'altro, si pronunceranno a breve Standard & Poor’s e Fitch. A tal proposito Cottarelli ha detto che “forse potrebbero anche migliorare l’Outlook”.

Tornando alla legge di Bilancio, poi, il direttore dell’Osservatorio sui conti pubblici dell’Università Cattolica di Milano ha parlato di "una manovra con molte conferme, a partire dal taglio del cuneo e dell’Irpef, e poche novità. Rispetto a quest’anno, le banche ci perdono qualcosa nell’immediato, ma in fondo si tratta di un prestito allo Stato: pagano più tasse nel ’25-26 e poi presumibilmente pagheranno meno. Guadagnano qualcosa i redditi bassi cui vengono estesi alcuni benefici mentre ci perde la classe media, soprattutto quella che non evade. Il governo aveva promesso che quest’anno avrebbe ridotto le tasse sul ceto medio, ma non lo ha fatto. Nel 2026-27 arriverà invece il grosso dei tagli, con un calo di 1,8 punti della spesa primaria. Quindi tutto lo sgonfiamento della spesa statale è rinviato". 

 

 

 

Cottarelli ha poi smentito la sinistra, dicendo che i tagli non ci sono stati "sulla sanità, sulle pensioni e sugli investimenti pubblici. Ci saranno invece tagli sulla spesa per i dipendenti pubblici, la cui incidenza sul Pil scenderà di circa mezzo punto percentuale. Si poteva fare diversamente? Dipende dalle scelte politiche a monte. Se uno vuole tagliare le tasse deve fare una riforma della struttura della spesa per minimizzare l’impatto sui servizi pubblici. Invece si sono fatti tagli lineari”. 

In ogni caso, ha proseguito, i mercati promuovono la gestione Giorgetti: “Lui, per la prima volta da tanto tempo, ha risparmiato parte del 'tesoretto' da aumento delle entrate. Così il deficit è più basso di mezzo punto del programmatico fissato ad aprile: 3,8% del Pil contro il 4,3%. Resta un grande fattore di incertezza sulle maggiori entrate che il governo considera tutte strutturali e che sarebbero di ben 18 miliardi nel 2025 e ancora di più nei successivi due anni. Ma Giorgetti, col sostegno della premier Meloni, ha dimostrato prudenza nella gestione dei conti pubblici e il piano presentato a Bruxelles è in linea con le nuove regole Ue. Questo garantisce l’intervento della Bce in caso di attacco da parte dei mercati finanziari”.

 

 

 

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