Basta balle sui mercati: con Trump solo rialzi

Avviso ai naviganti nel mare della propaganda anti-trumpiana: le Borse americane sono cresciute pure a maggio
di Sandro Iacomettidomenica 1 giugno 2025
Basta balle sui mercati: con Trump solo rialzi
3' di lettura

Avviso ai naviganti nel mare della propaganda anti-trumpiana: le Borse americane sono cresciute pure a maggio. Per carità, sappiamo bene che per essere considerati osservatori e giornalisti dalla schiena dritta bisogna dire che i risparmiatori sono con le mani nei capelli, che i fondi pensione stanno mandando in fumo la previdenza dei lavoratori, che gli invstitori sono nel panico e che Wall Street sta per essere invasa da cavallette e locuste.

E sappiamo bene che quando si parla di Donald Trump bisogna sempre condire il ragionamento con termini come “pagliaccio”, “pazzoide” o “brutale” per essere presi sul serio.

Tra una balla e l’altra, però, dovremmo anche dare un’occhiata ai numeri. Così, mentre leggiamo con passione sul Corriere della sera la storia dell’acronimo Taco (Trump Always Chickens Out, se la fa sotto, tradotto alla buona) che avrebbe fatto infuriare il tycoon e sarebbe diventato la parola d’ordine dei broker di Wall Street, potremmo anche verificare che quando il viaggio sulle montagne russe finisce, Taco o no, gli investitori si trovano sempre le tasche più gonfie.

Un mese fa, dopo la bufera del Liberation day e gli annunci dell’imminente apocalisse finanziaria annunciata da mezzo mondo, vi abbiamo fornito il bilancio di aprile: Dow Jones +1,90%, S&P 500 +5,38% e Nasdaq +8,62%.

Qualcuno, come il nostro autorevolissimo giornalista finanziario del Financial Times Robert Armstrong, il geniale inventore dell’acronimo Taco, ci spiega che è tutto frutto delle marce indietro di Trump, che quando vede le brutte si rimangia le sue minacce. Tesi suggestiva e politicamente correttissima, ma poco credibile, visto che l’unico vero crollo dei mercati c’è stato a inizio aprile dopo il primo annuncio dei dazi reciproci e poi i mercati hanno viaggiato come sempre a colpi di piccolo aggiustamenti sulla base non solo delle notizie provenienti dalla Casa Bianca, ma anche di quelle relative ai conflitti in corso, alle decisioni delle banche centrali e a tutti gli altri eventi che quotidianamente influenzano i mercati, dall’inflazione al lavoro fino alle notizie societarie.

Sta di fatto che anche a maggio la musica non è affatto cambiata. Nel mese S&P 500 ha registrato un rialzo del 6,2%. Meno brillante ma comunque positivo il Dow Jones, che ha chiuso i 30 giorni a +3,9%. Ma la vera sorpresa è il Nasdaq, l’indice governato dalle big tech che secondo le previsioni di molti espertoni avrebbe dovuto subire più di tutti la guerra commerciale minacciata da Trump contro la Cina. Ebbene, l’indice tecnologico ha chiuso maggio con un sontuoso +9,6%. Si tratta del miglior mese di contrat500 tazioni dal novembre del 2023.

E il bello è che il bel tempo non si vede solo dall’altra parte dell’oceano. Secondo gli analisti di eToro l’indice Ftse Mib ha registrato nel mese un progresso del 6,3% con un total return a +8,2%, che non si vedeva dal giugno 2023. Quanto all’andamento generale di Piazza affari, che continua a viaggiare sopra i 40mila punti, livelli record dal 2008, prima della grande crisi dei mutui subprime, per trovare un maggio simile, secondo gli esperti di Borsa, bisogna tornare indietro al 1998.

Merito dell’effetto Taco? Sembra improbabile. Anche se fosse, però, sarebbe il caso di finirla di parlare di mercati a picco e di soldi bruciati. Potrà essere la conseguenza degli stop and go di Trump oppure, più semplicemente, delle dinamiche di Borsa che non sempre seguono la logica della propaganda mediatica. Sta di fatto che a due mesi dal fatidico annuncio sui dazi nessun investitore, né tantomeno nessun risparmiatore, ha perso un centesimo. Anzi, stando ai dati sembra proprio che quel folle di Donald abbia finora portato solo guadagni. Almeno sui mercati finanziari. Per il resto, staremo a vedere.