L’Italia ora si scopre locomotiva d’Europa

A maggio siamo primi per crescita dell’attività economica nella zona euro. Segnali positivi pure nel manifatturiero
di Attilio Barbierigiovedì 5 giugno 2025
L’Italia ora si scopre locomotiva d’Europa
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L’economia di Eurolandia arranca, mentre l’Italia sorprende e accelera. A maggio, l’attività privata nella zona euro ha continuato a espandersi, ma con il passo più lento da febbraio. A frenare la crescita è stata la persistente debolezza della domanda interna ed esterna, che ha pesato sugli ordini, sulla produzione e sulla fiducia delle imprese. Tuttavia, in questo quadro opaco, l’Italia si distingue come l’eccezione più brillante e registra la crescita più rapida del settore privato in oltre tredici mesi.

In Europa l’Indice Pmi della produzione composita – che comprende manifattura e servizi, ovvero ben oltre il 90% del mondo imprenditoriale - è sceso da 50,4 di aprile a 50,2 a maggio. Un dato che, pur indicando ancora espansione (sopra il 50), lo fa in modo marginale e sottolinea l’affanno dell’intera area. Il settore terziario ha addirittura registrato una contrazione, la prima da novembre 2024, lasciando al manifatturiero il compito di trainare l’attività economica, sebbene con fatica. Il problema principale continua a essere la scarsità di nuovi ordini, sia interni che esteri, con il trentanovesimo calo consecutivo da parte della domanda internazionale.

Tra le grandi economie dell’area euro, solo l’Italia e con minore intensità la Spagna hanno registrato una crescita della produzione privata. In particolare, il nostro Paese ha mostrato un’espansione più robusta, con l’indice composito salito a 52,5, il valore più alto da oltre un anno. A sostenere la performance tricolore è stato l’allineamento positivo dei due principali comparti economici: manifatturiero e terziario. Se il primo ha finalmente riagguantato un livello di crescita, il secondo ha mantenuto un andamento sostenuto, rafforzando l’occupazione e contribuendo alla riduzione del lavoro arretrato.

Diversa la situazione in Francia e Germania, dove la stagnazione e la contrazione hanno continuato a zavorrare l’economia continentale. Parigi si è avvicinata alla stabilità, ma con un calo che persiste da nove mesi, mentre Berlino ha segnato una nuova battuta d’arresto, la prima in cinque mesi. A livello occupazionale, l’Eurozona ha mostrato solo un aumento marginale dell’occupazione, sostenuta esclusivamente dai servizi, mentre l’industria ha continuato a ridurre gli organici.

L’Italia, al contrario, sembra riuscire a trovare slancio, grazie a un’economia più dinamica e a una maggiore resilienza della domanda interna. In uno scenario continentale incerto, insomma, il Belpaese si riscopre locomotiva, almeno temporanea, di Eurolandia.