Era dal febbraio del 2021 che lo spread dei Btp non scendeva a 92,7 punti. Ma soprattutto non accadeva da tempo che il rendimento dei titoli italiani, con il nostro decennale al 3,50%, precipitasse più velocemente degli altri bond di Stato europei, come è avvenuto negli ultimi 12 mesi. Segno di una solidità della domanda di titoli italiani che continua a imbrigliare le oscillazioni e di una fiducia del mercato verso l’Italia che, come aveva detto qualche giorno fa Giorgia Meloni sommersa di critiche, è superiore a quella degli altri Paesi Ue. Un successo confermato solo pochi giorni fa dall’emissione dual tranche che ha raccolto oltre 210 miliardi di richieste sul nuovo Btp a cinque anni e alla riapertura del titolo Green con scadenza 30 ottobre 2037 (su 17 miliardi offerti). Volumi che han permesso al Mef di realizzare la seconda maggiore operazione sindacata di sempre, a breve distanza dal record assoluto raggiunto nel mese di gennaio con 270 miliardi di domanda (su 18 miliardi offerti).
Ma questo che cosa significa nella pratica? Per intenderci lo spread tra Btp italiani e Bund tedeschi cambia al variare dei rendimenti dei due titoli. In sostanza il valore di questi bond pubblici pluriennali cresce se la percezione del rischio che un Paese non riesca più a ripagarli aumenta. Lo spread, ad esempio, può scendere perché aumentano i rendimenti dei Bund oppure perché diminuiscono quelli dei Btp. Due i fattori principali che incidono sui rendimenti dei Titoli di Stato e, quindi, anche sullo spread: i fattori economici (leggasi il livello del debito pubblico, ndr) e la stabilità politica. Secondo diversi analisti in questa fase è per lo più la stabilità politica italiana (visto che il debito pubblico italiano resta ancora a livelli record) a giocare un ruolo fondamentale rispetto alla minor stabilità politica del paese teutonico. Una fiducia verso la stabilità italiana di recente confermata dall’agenzia di rating Moody’s (outlook da stabile a positivo con rating Baa3) e S&P Global Ratings (da BBB a BBB+ con outlook stabile). Insomma lo spread Btp-Bund ai minimi significa che i mercati hanno più fiducia nella tenuta economica del Belpaese.
Spread, Borsa, Btp: smentiti i catastrofisti rossi
Nella prima giornata di collocamento gli ordini di Bpt Italia hanno superato i 3 miliardi di euro, lo spread tra i titol...In più, esperti e analisti stanno apprezzando la prudenza portata avanti dal ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, sui saldi del bilancio tricolore. L’ultima conferma di questo atteggiamento che finora ha avuto risultati egregi è arrivato mercoledì scorso dalla Commissione Ue, che ha individuato un margine libero intorno ai 4,5 miliardi (0,2% del Pil) tra la traiettoria della spesa concordata con Bruxelles nel Piano strutturale di bilancio dell’ottobre 2024 e quella effettivamente realizzata fino a questo momento. Si tratta di un margine che il numero uno di via XX Settembre sta difendendo anche in questi giorni, in cui si sta occupando della costruzione di un nuovo decreto fiscale atteso a breve in CdM ma, al momento, senza maggiori spese. E tutto questo è certamente un bene: per il Paese e anche per i risparmiatori che, però, in cambio di questa maggior sicurezza di veder rimborsati i loro investimenti a fine periodo dovranno accettare rendimenti inferiori rispetto a dodici mesi fa. Quindi tutto ok, avanti tutta. Ma se si allarga lo spazio temporale si vede in maniera evidente il confronto fra i percorsi seguiti dai principali titoli sovrani nell’ultimo anno. Infatti, rispetto a soli 12 mesi fa, il rendimento del Btp decennale benchmark è calato di 36 punti base, passando dal 3,86 al 3,50 per cento: si tratta della migliore performance dell’Eurozona.
In più, sempre nell’ultimo anno, lo spread rispetto al Bund viaggiava a quota 132,1, cioè 39,4 punti sopra i 92,7 di venerdì scorso. Ma anche i differenziali di altri Paesi si sono mossi nella stessa identica direzione. In 12 mesi i titoli italiani hanno ridotto di 56,6 punti lo spread rispetto agli Oat francesi, di 26,7 punti la distanza dai bond governativi portoghesi, di 23,6 quella dagli spagnoli.