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Per tenere l'Italia serve un progetto sociale per salute e assistenza

Il sistema socio economico nostrano si dibatte all'interno di un anello virtuale in si rischia uno scontro tra generazioni. Ecco cosa fare per evitarlo
di Bruno Villoismercoledì 8 ottobre 2025
Per tenere l'Italia serve un progetto sociale per salute e assistenza

(Pixabay)

3' di lettura

Il sistema socio economico nostrano si dibatte all'interno di un anello virtuale in si rischia uno scontro tra generazioni. Per evitarlo è necessario definire un piano Paese a cui dovranno contribuire in prima istanza le imprese. La sfida su salute, assistenza e previdenza deve costituire sempre più il riferimento sociale di maggior importanza e, a differenza dei decenni scorsi nei quali la programmazione è stata pressoché inesistente, ora deve costituire il pilastro della tenuta sociale. A rendere tale oltre al Governo, e più in generale l'intera rappresentanza politica parlamentare. Devono concorrere le principali rappresentanze delle imprese, ma anche dei lavoratori.

Solo un'accorta programmazione può riuscire a coniare le basi di accordi nazionali tra imprese e lavoratori dipendenti, da estendersi a quelli autonomi, che sia basato sull'entità dei contributi da destinare alle forme pensionistiche e per la salute integrativa alle obbligatorie che devono aprire anche a quelle per l'assistenza agli anziani, essenzialmente non autosufficienti ma non solo, che oggi è esclusivamente quella pubblica, già gravata dai costi dell'assistenza sanitaria. I fondi o casse previdenziali volontarie integrative costituiscono una realtà finanziaria di prima rilevanza, il patrimonio, comprensivo delle casse ordinistiche obbligatorie, supera i 150 miliardi di euro. Ad esse si affiancano poi le polizze assicurative sanitarie e quelle previdenziali che offrono o una rendita per l'età pensionistica con copertura in caso di morte o invalidità permanente.

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Chi le sottoscrive beneficia di vantaggi fiscali e si garantisce prestazioni durante l'intera quiescenza in ragione dei versamenti. Entrambe le forme per poter erogare prestazioni adeguate impongono una corresponsione di importi di notevole entità per potere rappresentare integrazioni economiche adeguate e soprattutto le polizze sanitarie impongono franchigie e limiti di utilizzo in crescente restrizione. È completamente carente, e di scarso interesse per le compagnie assicurative, la parte assistenziale per la vecchiaia soprattutto per chi non la capacità di far fronte da sola alle proprie necessità quotidiane, il cui numero con l'avanzamento dell'età della vita media e delle patologie del sistema nervoso, in crescita esponenziale. Assumere particolare urgenza identità come poter pianificare un programma sociale che copra le tre componenti citate e si proietti da qui al 2050, tenendo conto che già dal 2035 le tempi previdenziali si attestano alla parità tra popolazione attiva e pensionati. Solo le relazioni sindacali possono aprire alla creazione di coperture che comprendono salute, pensioni integrative e assistenza per anziani auto e non sufficienti.

Per riuscirci è indispensabile che i Governi prevedano agevolazioni fiscali a favore delle imprese che destinano risorse alle coperture integrative a favore dei propri lavoratori dipendenti, allargate alle fasce di autonomi che svolgono attività a favore di una o più imprese. Pensare che le buste paghe attuali - per la quasi totalità dei lavoratori dipendenti e delle micro partite Iva - possano sobbarcarsi di importi da versare alle integrative e quanto mai illusorio, diverso è definire contrattualmente benefit destinati alle tre punte del sistema sociale, inserendo nei rinnovi contrattuali il benefit sociale. Riuscirci fa bene al Paese, ai lavoratori , ma anche alle imprese che possono trovare nei benefici sociali uno stimolo motivazionale ai propri lavoratori.

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