Nella notte tra venerdì e sabato l’agenzia Standard & Poor’s ha confermato, per l’Italia, il rating “BBB+” con prospettive stabili. Bene sì, ma questa volta l’agenzia a stelle e strisce non ha ritoccato al rialzo il nostro rating come era accaduto l’ultima volta. Ricordiamo, infatti, che lo scorso aprile era stata proprio S&P la prima agenzia a migliorare il voto del Belpaese passando da “BBB” a “BBB+”, cui era poi seguito - solo qualche settimana dopo- anche il positivo giudizio di Fitch. La conferma delle scorse ore di S&P consolida la fiducia nella capacità del Belpaese di mantenere una traiettoria di bilancio sostenibile.
Inoltre, sia mesi fa sia ora, a confermare il rating è stata anche la stabilità politica e soprattutto il miglioramento dei conti pubblici italiani che quest’anno, in base alle ultime stime del Dpfp, torneranno ad avere un deficit attorno al 3 per cento. Secondo alcuni analisti, la decisione di S&P riflette una fiducia prudente nella gestione del debito pubblico che resta tra i più alti nell’Eurozona, ma anche nei segnali di tenuta del sistmea produttivo e nella capacità del governo di contenere il più possibile il deficit. In più, un altro punto a favore dell’Italia è lo spread del Btp decennale rispetto al Bund rimasto stabile attorno agli 80 punti (o poco più), con un rendimento in calo, ma inferiore alla riduzione del tasso dei titoli tedeschi. È probabile che la conferma del rating deciso da Standard & Poor’s venga accolto positivamente dai mercati già lunedì mattina dal momento che, secondo l’agenzia, non prevede per il Paese rischi immediati nè sul piano della crescita nè sulla sostenibilità del debito e, anzi, dà fiducia all’Italia che continua a portare avanti un percorso di continuità che piace e che potrebbe raggiungere, da qui ai prossimi mesi, altri risultati positivi.
Tredicesima detassata, fino a 2.200 euro in più in busta paga: tutte le cifre
Busta paga più ricca? Forse. Il governo è al lavoro per arricchire la tredicesima. O meglio, detassarla. T...Dopo il rating di S&P ora l’Italia aspetta il giudizio di Dbrs che arriverà il 17 ottobre e poi quello di Moody’s (arriverà il prossimo 21 novembre, ndr) che, a maggio, ha confermato il rating a “Baa3” (un gradino sopra “junk”, ossia il livello spazzatura), alzando però le prospettive da stabili a positive. Nonostante la conferma arrivata dall’agenzia di rating S&P, non sono certo tutti positivi i dati macro italiani. Uno dei peggiori riguarda il settore manifatturiero che continua ad essere in difficoltà. In più, nel mese di agosto, è tornata a scendere la produzione industriale. E così dopo due mesi in cui la Penisola aveva tirato il fiato, l’indice del mese di agosto è tornato in negativo. Gli ultimi dati Istat hanno segnato -2,4% rispetto al mese di luglio e -2,7% rispetto all’anno precedente.
Certo il mese di agosto è molto particolare viste le chiusure di tante aziende per ferie e le attività limitate, ma la serie storica delle variazioni annue è pesante. Se si guarda dall’agosto 2023 in avanti si contano tutti segni negativi nel mese agostano, interrotti solo ad aprile e a luglio scorsi. Questo fa risalire l’allarme di consumatori ed esercenti.
Manovra, vertice a Palazzo Chigi: il governo accelera, cosa filtra
Chiudere la manovra finanziaria entro metà ottobre, o comunque prima della scadenza fissata al 20 ottobre: il gov...A parlare della pagella di S&P è stato ieri il numero uno di Confindustria, Emanuele Orsini: «La ricchezza del Paese non la fai con l’Irpef o con le pensioni. Ma lo fai generando del lavoro e rendendo il Paese competitivo, mettendo al centro gli investimenti. Non è che io sto contestando il fatto che c’è la tenuta dei conti pubblici, anzi benissimo per il Paese, e credo che avrà riconoscimento anche dalle società di rating». E a parlare della conferma del rating italiano da parte di S&P è stata pure la senatrice di Forza Italia, Licia Ronzulli; «Bilanci in ordine, solidità, credibilità. Dopo Fitch, anche S&P promuove l’Italia. I mercati premiano ancora una volta la serietà, la concretezza e la stabilità del governo. L’Italia torna protagonista, apprezzata e rispettata perché affidabile, perché fa e non promette».