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Canone Rai, un clamoroso taglio: quanto si pagherà

di Roberto Tortoragiovedì 20 novembre 2025
Canone Rai, un clamoroso taglio: quanto si pagherà

2' di lettura

Manovre di taglio e cucito… sulla manovra. La coperta, infatti, è sempre più corta e nel centrodestra c’è chi prova a fare degli aggiustamenti, ad allungarla infilando una trapunta dopo l’altra negli emendamenti “segnalati”. Il gong è suonato ieri sera, ma oggi Giorgia Meloni dovrà rimettere insieme i cocci nel vertice di Palazzo Chigi con Giancarlo Giorgetti, Antonio Tajani, Matteo Salvini e Maurizio Lupi. I “desiderata” dei partiti si sono ridotti, ma i cavalli di battaglia resistono eccome. Il primo blitz è targato Lega: Salvini vuole ampliare la rottamazione fiscale alle cartelle di accertamento. Una mossa già scritta nero su bianco in un emendamento che ha passato il primo giro in Senato e che costa 365 milioni allo Stato. Forza Italia, invece, prova a frenare: chiede retromarcia sulla tassa sugli affitti brevi e sulla stretta ai crediti fiscali. Fratelli d’Italia punta sul fondo previdenziale per i nuovi nati, mentre Noi Moderati spinge sulle detrazioni per i libri scolastici. Un mosaico di richieste che Meloni dovrà ricomporre, e in fretta.

Ma il piatto forte è un altro e si va sulla comunicazione: il nuovo taglio del canone Rai da 90 a 70 euro. Un emendamento leghista – limato fino all’ultimo, raccontano al Messaggero – infilato dentro una proposta sulle tv locali per ridurre il canone per tutto il 2026. Costo stimato: 430 milioni. E qui i dissidi non mancano, perché Forza Italia, ovviamente, è già sul piede di guerra. Tajani in passato bollò l’operazione come inutile, se non dannosa, ricordando che quei fondi servirebbero per “battaglie più urgenti”, dalla sanità alle pensioni minime. Senza contare che un taglio al canone obbliga la Rai a cercare più pubblicità, tutta a scapito di Mediaset: difficile che a casa Berlusconi brindino.

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Salvini, però, tira dritto, convinto della popolarità della misura e deciso a cavalcarla in piena campagna per le Regionali. A Meloni e Giorgetti toccherà mediare ancora una volta, con soli 18,7 miliardi di Manovra e il rigore dei conti imposto dall’Europa. Intanto i partiti arrivano al tavolo con le idee (e i conti) già pronti. La Lega vuole fare cassa aumentando l’Irap sulle banche e rivedendo le tasse sulla rivalutazione dell’oro, sperando di rastrellare fino a due miliardi. FdI rilancia la tassa sui pacchi extra Ue e un emendamento sulle riserve auree di Bankitalia. Claudio Borghi conferma: “È una mia proposta storica. La appoggerò”.

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