Gli Usa rallentano. Ben Bernanke (Fed). "La ripresa sarà lenta"
Il presidente della banca centrale dopo la frenata del secondo trimestre 2010 (+1,6%). "Il mercato del lavoro è debole"
I dati riguardanti la crescita degli Stati Uniti erano allarmanti. Gli analisti parlavano di una crescita modesta nel secondo trimestre del 2010, stimata intorno all'1% rispetto al 2,4% calcolato solo un paio di mesi fa. Ora, nonostante il Dipartimento del Commercio americano abbia certificato una crescita dell'1,6% che allontana parzialmente le streghe, a testimoniare le difficoltà della prima potenza mondiale interviene Ben Bernanke, presidente della Fed. Da New York, infatti, il numero 1 della banca centrale ha fotografato la situazione e individuato le zavorre che appesantiscano la ripresa del colosso a stelle e strisce. "Il mercato del lavoro Usa è più debole rispetto alle attese – ha esordito Bernanke –. Per questo motivo l'economia americana crescerà a ritmo modesto nella seconda parte del 2010". Frenata pericolosa, dunque, anche se i vertici della Fed invitano all'ottimismo. "Attualmente non vediamo un significativo rischio di deflazione per gli Stati Uniti, anzi, le prospettive di ripresa per il 2011 restano confermate. Comunque la Fed continuerà a monitorare da vicino gli sviluppi dell'economia e valuterà se da un accrescimento di liquidità derivino effetti positivi". In sostanza il Comitato di politica monetaria della Fed si è detto pronto a provvedere a mettere sul mercato un'ulteriore massa monetaria, anche ricorrendo a misure non convenzionali qualora le previsioni di crescita dovessero deteriorarsi in modo significativo. In calo - A preoccupare gli analisti economici era stata la frenata Usa rispetto al +3,7% registrato nel primo trimestre. In questo breve arco di tempo, però, è aumentato sensibilmente il deficit commerciale, balzato a 445 miliardi di dollari (incidenza sul Pil del 3%). E meno male che a salvare la baracca ha contribuito la spesa delle famiglie, cresciuta del 2% (+0,4 rispetto alle attese).