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Falsi "made in Italy" invadono i mercati

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Cia: "La pasta 'taroccata' è una beffa per i consumatori e un danno per gli agricoltori"

Eleonora Crisafulli
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I falsi "made in Italy" invadono i mercati italiani, soprattutto quello dei prodotti alimentati. I sequestri da parte delle autorità competenti solo nel 2009 sono più che quadruplicati rispetto all'anno precedente. E questo significa che i controlli funzionano, ma il rischio di portare a tavola “tarocchi” a prezzi “stracciati” è sempre più incombente. L'ultimo controllo effettuato dalla Guardia di Finanza presso il porto di Ancona ha portato al sequestro di 63 tonnellate di pasta prodotta in Grecia, ma recanti sull'etichetta la dicitura “made in Italy”. I prodotti più falsificati sono i sughi pronti per la pasta, i pomodori in scatola, il caffè, la pasta, l'olio di oliva, la mozzarella, i formaggi, le conserve alimentari. Secondo la Cia-Confederazione italiana agricoltori, "siamo in presenza di una vera beffa per i consumatori e un grave danno per gli agricoltori nazionali di grano duro che stanno vivendo un momento di grandissima difficoltà". Bisogna continuare e rafforzare i controlli, scrivere l'indicazione d'origine in etichetta e lottare contro le falsificazioni, usando “tolleranza zero” per chi sofistica ed inquina gli alimenti. Occorrono - ribadisce la Cia - misure drastiche per contrastare sia le importazioni di alimenti “pericolosi”, che per debellare l'adulterazione e la truffa nell'alimentazione. Soprattutto, è indispensabile un'etichetta trasparente per garantire consumatori e produttori agricoli. L'indicazione di provenienza è, quindi, uno strumento essenziale che va esteso a tutti i prodotti agroalimentari. D'altra parte, il 90% degli italiani vuole massima sicurezza alimentare e chiede misure efficaci e sette su dieci sono favorevoli ad un'etichetta "trasparente" che permetta di riconoscere la provenienza del prodotto. Oltre il 60% guarda alla qualità.

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