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L'Ocse ritocca le stime di crescita nel secondo semestre

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L'eurozona passa dal +0,7 al +0,9%. L'Italia sale allo 0,5%. Ma l'Fmi frena: "Ripresa lenta e irregolare"

Roberto Amaglio
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Nonostante i timori per uno scivolone finanziario di Irlanda e Portogallo, l'Ocse fotografa nel secondo semestre del 2010 una situazione internazionale migliore di quella pronosticata tre mesi fa. L'organizzazione internazionale per lo sviluppo economico ha rivisto al rialzo il Pil nel secondo trimestre dell'anno, ritoccandolo dallo 0,7% allo 0,9%. A contribuire a questo piccolo passo in avanti sono stati gli investimenti internazionali, che sembrano essersi rimessi in moto dopo i tentennamenti post-crisi. Si tratta, spiegano dall'organizzazione, del primo aumento degli investimenti dall'inizio del 2008 e del rialzo più marcato dal primo timestre del 2000. Cresce anche l'Italia, dove le stime sono state corrette dello 0,1%: il Pil nostrano, quindi, passa dal +0,4% al +0,5. Prudenza Europa - Nonostante i segni positivi nelle stime economiche siano tornati con una certa continuità, il Fondo monetario internazionale resta prudente. Nel World Economic Outlook di ottobre, infatti, l'Fmi si aspetta in Europa "una ripresa moderata e irregolare", con un tasso di crescita che per il prossimo biennio si attesterà sul +1,5% l'anno. Nel dettaglio, la crescita media nei Paesi europei avanzati dovrebbe essere dell'1,7% nel 2010 e dell'01,6% nel 2011, mentre in Eurolandia è previsto un aumento del Pil dell'1,7% nel 2010 e dell'1,5% nel 2011. Come sempre la carrozza che tira di più è quella tedesca, per la quale si prospetta un aumento del Pil del 3,3% quest'anno e del 2% nel 2011. Meno reattiva l'economia francese, attesa in espansione dell'1,6% sia quest'anno che nel 2011, mentre la crescita del Pil in Italia sarà pari all'1% nel prossimo biennio. "La crescita italiana sarà più lenta di quella di Francia e Germania, perchè un persistente problema di competitività limita lo spazio per l'incremento dell'export e il programmato consolidamento fiscale indebolisce la domanda privata", si legge nella relazione degli esperti statunitensi. Chi se la cava peggio, tuttavia, sono ancora Grecia, Irlanda, Portogallo e Spagna, le cui stime di crescita sono le più basse dell'Eurozona. Dati internazionali - Sempre citando il rapporto dell'Fmi, la crescita del Pil mondiale nel 2010 si attesterà al 4,8%, salvo poi rallentare leggermente nel 2011 (+4,2%). A rendere positivo il dato, però, non sono le potenze economiche, bensì le realtà emergenti, il cui ritmo di crescita è del 6,25% l'anno. I colossi del G7, invece, l'aumento del Pil si attesterà al 2,7% quest'anno e al 2,5% nel 2011. In tal senso è emblematico il dato americano, con il Pil Usa in crescita del 2,6%. "Si tratta di tassi di crescita bassi - sottolineano gli economisti di Washington - se si considera che queste economie stanno ora emergendo dalla più profonda recessione dalla seconda guerra mondiale". Questa crescita incerta alimenterà un altro problema che rischia di trascinarsi per molti anni. "Sarà dura assorbire l'alto tasso di disoccupazione in tempi brevi. Il tema del lavoro diventerà quindi la maggiore sfida dal punto di vista sociale", concludono i referenti dell'Fmi.

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