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Obama copia Roosevelt

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grandi opere contro la crisi

Silvia Tironi
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Quando si perdono 533mila posti di lavoro in un mese non c'è più tempo da perdere. Negli Stati Uniti il tasso di disoccupazione è arrivato al 6,7%, mentre per fine 2009 la percentuale potrebbe salire a quota 8 per cento. Il dato diffuso venerdì dal governo Usa sugli occupati è il peggiore da 34 anni, dai tempi della grande recessione di fine anni '70. Un crisi storica che per riprendersi ha bisogno di risposte  storiche. E il neo presidente Barack Obama scomoderà il mitico “new deal” di Roosevelt - anni '30 - per tentare il rilancio dell'affaticatissima economia a stelle e striscie. Dal 20 gennaio, giorno dell'insediamento del leader Democratico alla Casa Bianca, scatterà un super piano infrastrutturale con l'obiettivo di creare 2,5 milioni di posti di lavoro entro il 2011. Più precisamente «sarà il più grande investimento nelle nostre  infrastrutture nazionali dalla creazione del sistema federale delle  autostrade negli anni Cinquanta». Miliardi e miliardi di dollari saranno quindi scaraventati nell'economia reale, anche se  - ha precisato Obama nel tradizionale discorso radiofonico del sabato del partito democratico - «non useremo i vecchi metodi di Washington. Non ci accontenteremo di affogare il problema sotto i soldi». Chiara la frecciata al presidente uscente George Bush, aspramente criticato per il famoso “bail out”, il salvataggio da 350 miliardi a spese pubbliche delle grandi banche protagoniste del crack finanziario mondiale. Giuliano Zulin su Libero di domenica

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