Togliete la pensione al minatore per finta
Carlo Cani non ride più. Fino a ieri l'ex minatore del Sulcis, andato in pensione senza mai aver lavorato, rideva soddisfatto delle proprie prodezze. Raccontando a un giornalista della Nuova Sardegna come fosse fosse riuscito a far fessi tutti, passando da una malattia immaginaria all'altra fino ad arrivare alla cassa integrazione (13 anni) e poi allo scivolo previdenziale concesso a chi fa lavoratori usuranti, Charlie Dogs - questo il suo soprannome nel mondo del jazz - si mostrava compiaciuto, come uno che fosse riuscito a fregare tutti. Al cronista che lo incalzava, il renitente al lavoro ma non allo stipendio e alla pensione, non opponeva alcun segreto, ma anzi riferiva con piacere le malattie inventate e gli espedienti usati e in sovrappiù si permetteva anche di rilasciare battute di sufficienza tipo «Io il lavoro lo guardo con rispetto» o «La miniera non era un lavoro che faceva per me» (mentre evidentemente pensa che cavare carbone qualche centinaio di metri sotto terra fosse il lavoro che si adattava ai suoi compagni della Carbosulcis). Clicca e leggi l'editoriale di Maurizio Belpietro in versione pdf