Dal 26 ottobre il lunedì sarà più libero
Chiedo scusa ai lettori, ma oggi non spenderò una sola parola su Matteo Renzi, la sua manovra e le promesse furbe. Cosa pensiamo io e i colleghi di Libero della legge di stabilità, dopo tanti articoli pubblicati nei giorni scorsi, mi pare chiaro e le recenti modifiche al provvedimento mi sembra che non aggiungano molto. Tralascio dunque gli appunti a misure che appaiono più elettorali che economiche e permettetemi di dedicarmi a una cosa che ci riguarda da vicino e che spero riguardi anche voi. Fin da quando uscì il primo numero, Libero non ha mai avuto l'edizione del lunedì. Come molti giornali agli inizi, in particolare quelli politici, ha infatti scelto di rinunciare al settimo numero della settimana, che come è noto è caratterizzato da un notiziario prevalentemente sportivo. Il Giornale quando uscì nel 1974 andava in edicola sei giorni su sette e così pure la Repubblica, nel 1976. Ci sono voluti anni perché i due quotidiani decidessero di sfornare un'edizione del lunedì. Quella di Giornale e Repubblica era un'epoca che, vista con gli occhi di oggi, appare preistoria. La tv era ancora in bianco e nero, Mediaset non esisteva e i talk show erano di là da venire. C'era il tg delle venti, un programma di approfondimento sportivo e niente altro. Non c'era Sky, non c'era Mediaset premium, non c'era internet e neppure gli smartphone. Continua a leggere l'editoriale di Maurizio Belpietro su Libero in edicola oggi, sabato 24 ottobre