Vittorio Feltri: Non abbiamo offeso la sindaca Raggi
Gentile dottoressa Raggi, sindaco di Roma, ho letto il suo comunicato in cui annuncia trionfalmente di aver ottenuto dal Gup di Catania il mio rinvio a giudizio, oltre che di Pietro Senaldi, per un titolo a lei dedicato oltre due anni fa da Libero, «Patata bollente», sopra un mio pezzo in tema assolutamente rispettoso della verità. Capisco la sua gioia nel costringere due giornalisti a rispondere del loro lavoro in Tribunale, persone non grilline e neppure smaccatamente di sinistra, quindi antipatiche e degne di fucilazione. Si dà però il caso che l' espressione «patata bollente» sia di uso comune, tanto è vero che una femminista incallita quale Lilli Gruber dovette annunciare la proiezione su La7 di un film intitolato appunto Patata bollente. E questo sarebbe niente. Qualche tempo dopo l' eccellente conduttrice nel commentare lo scandalo riguardante Maria Elena Boschi relativo a Banca Etruria, disse apertis verbis che Gentiloni si sarebbe trovato a gestire una patata bollente. Quindi si deve dedurre che se la patata bollente è in bocca alla Gruber è ottima, se invece esce dalla penna di un cronista di Libero è sessista e discriminatoria. Non le sembra assurdo e paradossale? Leggi l'editoriale integrale di Vittorio Feltri su Libero in edicola oggi