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Il miglior alleato di Berlusconi resta la sinistra

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Silvio prepara già la riscossa: è la battaglia più difficile perché non la farà da uomo libero. Ma le tasse del governo gli attireranno consensi

Ignazio Stagno
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Non è finita qui. Mi spiace dare una delusione a chi ieri dopo aver cacciato Silvio Berlusconi dal Parlamento ha festeggiato, ma la storia politica dell'uomo che negli ultimi venti anni ha guidato il centrodestra non si conclude con il suo addio al Senato. Berlusconi è Berlusconi, ha un carattere che lo porta a non arrendersi  anche quando altri si sarebbero arresi. Al suo posto in molti avrebbero scelto di fuggire, di prendere un aereo prima che gli venisse ritirato il passaporto e di espatriare per andare a godersi la vita su un'isola di lusso o protetto da qualche amico influente: Putin in fondo ha offerto ospitalità a un oscuro analista della Cia e di certo non l'avrebbe negata a lui. Ma se Silvio lo avesse fatto, se fosse cioè scappato salendo su uno dei suoi jet, avrebbe tradito l'immagine di combattente che di lui hanno gli italiani che in venti anni lo hanno votato. No, il Cavaliere non smonta da cavallo né monta in sella voltando le spalle al nemico: semmai si prepara a un'altra battaglia, forse la più difficile della sua vita, perché per la prima volta non la potrà fare da uomo libero. Al di là di ciò che dicono  i suoi avvocati, al di là di ciò che dirà la procura, su di lui pende la possibilità di un arresto preventivo, per inquinamento delle prove o per reiterazione del reato. Ma anche se nessun pm volesse guadagnareun po'  di celebrità ai suoi danni, anche qualora non ci fosse nessuna ordinanza di custodia cautelare in arrivo, comunque su di lui grava una condanna a un anno e altre prossime venture che con i processi Ruby (Berlusconi non è mai giudicato una sola volta per un reato, ma tre o quattro per lo stesso filone: vedasi processo Mediaset) arriveranno. Dunque è assai probabile che nel 2014 non solo gli venga impedito di candidarsi, ma anche di svolgere la normale attività politica. Ciò nonostante, io credo che il Cavaliere non abbia alcuna intenzione di arrendersi davanti agli eventi. Di certo non ha alcuna volontà di darla vinta alla sinistra e ai magistrati. Dunque si prepara a ritornare e a sconfiggere un'altra volta le gioiose macchine da guerra che i progressisti aiutati dalle toghe metteranno in campo. Seppure invecchiato e ferito dai voltafaccia e dalle condanne, Berlusconi dalla sua ha un'arma formidabile ed è l'incapacità della sinistra di cambiare questo Paese. Certo, anche lui in questi anni ha fatto molti errori, ma mai quanti la sinistra. Il Cavaliere può sorprendere e addirittura scandalizzare, tuttavia a differenza degli ex comunisti non spaventa. Magari non riuscirà a mantenere tutto ciò che promette, ma è rassicurante, soprattutto guarda avanti. Berlusconi promette il futuro, gli altri il passato. I suoi più formidabili alleati sono proprio i compagni: perché se li conosci, li eviti e preferisci lui. Anche ora, nella battaglia più dura, la sua forza viene dal confronto con chi gli si oppone. E più questo governo rimane in vita, più fa danni con le manovre mille tasse, e più il Cavaliere va avanti nei sondaggi. Letta rimette la tassa sulla casa, stanga i pensionati che non sono al minimo per dare soldi a chi non lavora: il Cavaliere incassa la rabbia degli italiani che di queste manovre non ne possono più.  È per questo che Berlusconi è uscito dalla maggioranza: per non avallare la stangata sul ceto medio, con la Iuc e le altre tasse e assecondare una legge di stabilità che come ha scritto giorni fa il Wall Street Journal promette solo la stabilità cimiteriale. Nei prossimi mesi non arriverà la crescita più volte promessa. Non c'è nessuna ripresa dietro l'angolo, ma un generale peggioramento delle condizioni economiche delle aziende e delle famiglie e non potendo invertire la rotta delle scelte di governo, il leader di Forza Italia ha scelto di non avere alcuna responsabilità in quel che sta succedendo. Le colpe di mandare l'Italia alla deriva mentre gli altri Paesi europei hanno ritrovato la rotta se la assuma il Pd - che da ieri è l'azionista di maggioranza assoluta dell'esecutivo - e il suo prossimo segretario.  Matteo Renzi avrà il coraggio di rottamare Letta oppure sarà costretto a sostenerlo da Giorgio Napolitano che non vuole alcuna crisi sotto il suo secondo settennato? Che cosa accadrà dall'8 dicembre in poi? Il sindaco di Firenze imprimerà una svolta di sinistra all'esecutivo, con tutto ciò che questo significa per il ceto medio, i pensionati a due mila euro al mese (Renzi ha promesso di ridurre la pensione perfino a sua nonna), oppure si rassegnerà a tenersi il governino delle strette intese?  Nell'uno e nell'altro caso Berlusconi ha da guadagnarci, sia che Letta resti a Palazzo Chigi, sia che venga mandato a casa dal nuovo corso del Pd, non potrà essere accusato di corresponsabilità nelle scelte economiche o di irresponsabilità nei confronti dell'Europa, dei mercati, del Paese. Se, come ha promesso, Berlusconi resterà in campo ancorché limitato da una condanna, sono certo che saprà calamitare di nuovo la fiducia degli italiani, perché la sinistra lo farà rimpiangere.  Del resto, se ho ragione o torto, si vedrà presto. Anche se Letta dovesse restare in piedi e le elezioni rinviate a data da destinarsi, nella primavera del prossimo anno ci sarà un test decisivo: quello delle Europee. Già ora i sondaggi danno in vantaggio il centrodestra, ma fra sei mesi,  se la situazione economica peggiorerà come temo,  lo stacco con la sinistra potrebbe essere aumentato. E allora il ritorno di Berlusconi non sarà solo un'ipotesi. Per dirla con Montanelli, «Rieccolo». di Maurizio Belpietro @BelpietroTweet  

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