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Napolitano non può restare un minuto di più

Il presidente deve dimettersi: ha violato la Costituzione e imbrogliato gli italiani

Nicoletta Orlandi Posti
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Giorgio Napolitano non può rimanere un minuto di più sul Colle. E non perché i Grillini hanno depositato contro di lui una richiesta di impeachment che dovrà presto essere discussa alla Camera. Ma perché da ieri mattina è ufficiale che nell'estate di tre anni fa brigò per sostituire un governo legittimamente eletto con uno che piacesse - oltre a lui - pure alle cancellerie estere. Il capo dello stato, il garante massimo del rispetto della Costituzione, la Costituzione l'ha messa sotto i piedi,  sottraendo agli italiani il potere di decidere da chi essere guidati. A fornire la prova  del complotto ai danni degli elettori è stato lo stesso Mario Monti, cioè colui che nel novembre del 2011, con la scusa di salvare il Paese, venne incaricato dal presidente della Repubblica di prendere il posto di Silvio Berlusconi.  Messo alle strette da Alan Friedman, un giornalista americano che aveva già raccolto le testimonianze di Romano Prodi e di Carlo De Benedetti, l'ex rettore della Bocconi ha ammesso di fronte a una telecamera che sì, Napolitano gli offrì di sostituire il Cavaliere già nel giugno del 2011, cioè ben prima che la tempesta finanziaria si abbattesse sui titoli del debito pubblico italiano. All'epoca lo spread stava sotto i 200 punti, più o meno dove sta ora senza che nessuno se ne preoccupi. All'epoca dunque non c'era nessuna Italia da salvare e nessun pericolo di default, per lo meno non più di quello esistente un anno o due prima. All'epoca, Berlusconi aveva da poco ottenuto la fiducia delle Camere, sventando le manovre messe in atto da Gianfranco Fini per costringerlo alle dimissioni. Perché dunque il presidente della Repubblica si dava da fare per  sostituire il Cavaliere con un tecnico? Perché l'uomo che doveva garantire l'unità del Paese e il rispetto della legalità si muoveva fuori dalla legalità per sovvertire un governo legittimamente eletto e non sfiduciato dal Parlamento? Secondo quanto hanno confermato sia Prodi sia De Benedetti, cioè due persone non sospette di intelligenza con il  Cavaliere essendone tutti e due arcinemici, già mesi prima di essere nominato senatore a vita Monti era stato contattato per fare il premier. L'ex presidente dell'Unione europea ricorda a Friedman un colloquio avuto in Bocconi. L'editore di Repubblica ricostruisce una conversazione nella sua villa di Sant Moritz. In entrambi  gli incontri, l'ex rettore disse di essere stato chiamato dal capo dello stato, il quale lo avrebbe invitato a tenersi pronto per Palazzo Chigi. Capito? Non in Parlamento, ma in un ufficio della più prestigiosa università privata italiana  e nella casa estera di uno dei più ricchi e rossi imprenditori si discutevano le sorti dell'Italia all'insaputa degli italiani. Pochi giorni fa, dinnanzi ai parlamentari europei,  Giorgio Napolitano ha sostenuto che il governo Monti (e successivamente quello Letta) non fu un suo capriccio, ma si trattò di una decisione presa dopo diverse consultazioni. Delle due l'una: o il presidente della Repubblica ha mentito e non ci fu alcuna consultazione ma fu lui a decidere di mettere un professore sconosciuto all'opinione pubblica al posto di un leader politico voluto dalla maggioranza degli elettori, oppure mesi prima della caduta di Berlusconi vi furono consultazioni extra parlamentari di cui gli italiani furono tenuti all'oscuro. Comunque sia andata (la lettera con cui Napolitano ha ieri sera cercato di chiarire i fatti non chiarisce un bel niente), appare evidente che si è trattato di un grave attentato agli organi costituzionali di questo paese. Un capo dello Stato si è mosso all'insaputa del Parlamento per sostituirsi alla volontà popolare, decidendo che alla guida del paese ci dovesse essere una persona diversa da quella decisa durante libere elezioni. Non ci fosse di mezzo Berlusconi,  giornali e forze politiche avrebbero già chiesto l'incriminazione di Napolitano, gridando al colpo di Stato. Per molto meno in questo Paese si sono fatte manifestazioni e prime pagine. Per molto meno  si sono mosse le procure e - proprio la scorsa settimana - il presidente del senato ha deciso di costituirsi parte civile, sostenendo che il passaggio di un senatore da uno schieramento all'altro avesse alterato le regole democratiche.  Un presidente della Repubblica non voluto dal popolo che si dà da fare per sovvertire il volere popolare e mandare a casa un presidente del consiglio voluto dal popolo invece che cosa ha alterato? Rispondiamo noi: oltre alle regole democratiche, ha alterato forse per sempre ma di sicuro per parecchio la nostra economia, perché spalancando le porte a Mario Monti, un tecnico piegato ai voleri della Merkel (ricordate lo scolaretto rimandato a fare i compiti a casa?), ci ha imposto un rigore che ci ha impoveriti a esclusivo vantaggio della Germania. Fatto fuori Berlusconi siamo andati di male in peggio: invece di diminuire, il debito pubblico è aumentato e a calare sono stati solo il Pil, l'occupazione e le nostre pensioni. Se questo non è alto tradimento, che cos'altro lo è? di Maurizio Belpietro @BelpietroTweet

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