Filippine, vivo l'ostaggio Vagni
"Ha telefonato giovedì"
Eugenio Vagni è vivo. Dopo giorni di incertezza sulla sua sorte, l'operatore della Croce rossa internazionale rapito nelle Filippine il 15 gennaio scorso ha potuto telefonare alla famiglia in Italia, rassicurandola sulle sue condizioni di salute. A renderlo noto è stato il capo delle operazioni dell'Icrc per l'Asia dell'est, del sudest e del Pacifico, Alain Aeschlimann, secondo cui Vagni ha telefonato ai suoi famigliari giovedì sera. «Questa è l'unica notizia che abbiamo ricevuto di lui da quando è stato visto l'ultima volta dal suo collega Andrea Notter», rilasciato dai rapitori due giorni dopo, ha detto Aeschlimann, secondo quanto si legge sul sito dell'Icrc. Dopo aver ribadito la «preoccupazione» per le condizioni di salute di Vagni (nei giorni scorsi si era parlato di sue difficoltà a camminare), il funzionario della Croce rossa ha rinnovato l'appello ai militanti di Abu Sayyaf che lo tengono in ostaggio perchè lo rilascino «sano e salvo, immediatamente e senza condizioni» e ha ribadito che «non sarà risparmiato alcuno sforzo» per arrivare alla sua liberazione.