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Impazzano i rimborsi spese

Ministri inglesi sotto pressione

Dario Mazzocchi
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Se è vero, come è vero, che i politici di casa nostra possono contare su cospicui benefici economici dall'alto dei loro scranni, anche in Gran Bretagna non sono propriamente dei santi. Non è un caso che in questo duro periodo di crisi per il regno di Elisabetta II si sia fatto cenno alla possibilità di ridurre il numero di parlamentari per le spese troppo alte da sostenere. Certo è che il Daily Telegraph, uno dei quotidiani di maggiore prestigio in Inghilterra, ha messo nero su bianco lo scandalo dei “rimborsi spesa” dei ministri del governo di Gordon Brown. Nella lista anche due film porno - A Londra è prassi che vengano rese pubbliche le dichiarazioni dei redditi della classe dirigente. A marzo una prima avvisaglia: il segretario dell'Interno, Jacqui Smith, ha dovuto subire molte pressioni (e molti inviti a dimettersi) perché nel corso del 2008 suo marito si era fatto rimborsare le spese per l'acquisto di due film porno. Da quel giorno sembra davvero che il bubbone pestifero sia scoppiato del tutto. Si è venuti a sapere che lo stesso Primo ministro si faceva rimborsare dai contribuenti la donna delle pulizie che divideva con il fratello Andrew, uno degli alti dirigenti della società di energia Edf Energy. Nel Regno Unito, evidentemente, non perdono tempo per farsi rimborsare. Sempre Gordon Brown, stando a quanto affermato da un portavoce, nel 2006 aveva ottenuto un rimborso di 150 sterline, pari a 168 euro, per un intervento idraulico. Il segretario alla Giustizia, Jack Straw, è riuscito nell'impresa di farsi rimborsare delle imposte locali che non aveva nemmeno pagato. Ha chiesto scusa, dicendo che la contabilità non è la sua materia preferita. La stella laburista si fa rimborsare il giardiniere - La lista è lunga e ci è finito di mezzo pure il giovane David Miliband, ora segretario per gli Affari esteri nonché considerato il nastro nascente del partito laburista, il vero sostituto di Tony Blair. Diventato famoso per avere chiesto un'aspettativa “parlamentare” per dedicarsi al figlio appena nato, Miliband si è fatto rimborsare quasi 30mila steriline (pressappoco 33.600 euro) in cinque anni per la residenza nel collegio elettorale: una proprietà dal valore di 120.000 sterline. Non basta: ha chiesto il rimborso di 180 pound a trimestre per i lavori di giardinaggio nella villa costiera a South Shields. D'altra parte si sa, in Gran Bretagna il giardinaggio è uno degli hobby preferiti, al punto che nelle edizioni del sabato i maggiori quotidiani dedicano molte pagine all'attività all'aperto. Il segretario agli Alloggi, Margaret Becket, ha cambiato casa tre volte e in ogni occasioni si è fatta rimborsare un televisore nuovo: dichiarava la sua prima casa come residenza secondaria per farsi rimborsare le spese. A essere onesti, i ministri in questione – e i tanti altri finiti nell'inchiesta – non hanno commesso alcun reato. La questione è un'altra: Brown e il suo esecutivo hanno chiesto, negli ultimi mesi, continui sacrifici ai cittadini britannici e il Primo ministro aveva speso parola che avrebbe posto un freno al sistema dei benefit parlamentari. L'articolo del Telegraph non capita propriamente a fagiolo per i laburisti, condannati ad una disperata rincorsa nei confronti dei conservatori, ora all'opposizione, ma accreditati dai sondaggi e non solo come i prossimi uomini al comando. 

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