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La Spagna di Zapatero

verso la libertà di aborto

Albina Perri
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Il governo spagnolo del premier Josè Luis Zapatero ha approvato oggi in prima lettura il disegno di legge di depenalizzazione dell'aborto. Il progetto di nuova normativa, ha affermato, «è in linea con la realtà spagnola di oggi» e «protegge e garantisce i diritti delle donne che devono affrontare questa situazione sempre difficile». «Dal primo all'ultimo articolo», ha aggiunto, il documento approvato dal governo punta a «salvaguardare la dignità della donna». Il disegno di legge che sarà sottoposto al parlamento di Madrid, ha precisato il ministro per l'uguaglianza Bibiana Aido, prevede che ogni donna possa decidere liberamente se abortire o meno entro le prime 14 settimane di gravidanza. Dalla 14ma alla 22ma settimana l'aborto sarà possibile solo in caso di «grave rischio fisico o psichico» per la salute della donna o di malformazione del feto, constatate da due medici. Al di là della 22ma settimana l'interruzione di gravidanza potrà intervenire, ha indicato Aido, solo in caso di «anomalia incompatibile con la vita» o di «malattia incurabile» del feto, su decisione di una commissione medica. Il progetto di riforma dell'aborto del governo Zapatero è duramente contestato dalla Conferenza episcopale spagnola (Cee) e dalle associazioni pro vita. La legge attualmente in vigore lo consente in tre casi: stupro, malformazione del feto o rischio psicofisico per la salute della donna. Quest'ultima clausola è invocata nel 98% dei circa 120mila casi di aborto praticati ogni anno in Spagna.

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