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Fassino: San Suu Kyi

sta male, mobilitiamoci

Albina Perri
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 «Ci stiamo mobilitando, l'intera comunità internazionale, l'Onu, l'Unione europea, i singoli Stati stanno esercitando pressioni sulla giunta militare. Anche perché la signora Aung non è in buone condizioni, è disidratata, c'è un abbassamento generale del tono vitale, gli arresti domiciliari durano da anni e anni, in un isolamento assoluto che non ha alcuna giustificazione. Non c'è nessuna giustificazione nemmeno politica per gli arresti che avvengono in violazione persino delle leggi birmane, le quali prevedono che non si possa stare in detenzione domiciliare per un periodo superiore a cinque anni». Piero Fassino, incaricato speciale della Ue per la Birmania, parla della situazione di Aung San Suu Kyi. L'esponente del Pd auspica che anche i paesi asiatici «esercitino tutte le pressioni necessarie» su Myanmar e spiega che «fino ad oggi Cina e India sono stati troppo prudenti». «Occorre che l'intera comunità internazionale sostenga l'iniziativa Onu che punta a tre obiettivi: la liberazione di San Suu Kyi e di tutti i detenuti politici, l'apertura di un dialogo tra giunta, opposizione e comunità atniche per la riconciliazione nazionale e la transizione democratica, e che consentano che le elezioni del 2010 non siano una farsa».

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