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Ucraina, Obama-Putin: la guerra delle sanzioni, Kiev: "Pronti a combattere"

simone cerroni
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Nessun morto, almeno nella giornata di ieri in Ucraina, sempre più nel caos sotto le incertezze della diplomazia internazionale. Mercoledì 19 marzo quasi tutte le basi militari della regione di Sebastopoli, in Crimea, sono state conquistate e assediate dai russi, preponderanti per forze e armamenti rispetto all'esercito ucraino. In questo clima arrivano però i primi segnali di distensione. Il primo è quello arrivato questa mattina con il rilascio del comandante della marina militare ucraina, Serghei Gaiduk, fermato ieri a Sebastopoli durante l'assalto al suo comando da parte dei filo russi. La seconda, invece, riguarda il piano internazionale e arriva direttamente da Barack Obama. Il presidente, in un'intervista concessa alla rete KNSD, affiliata di San Diego della Nbc, ha dichiarato: "Non ci faremo coinvolgere in alcuna escursione militare in Ucraina", escludendo di fatto un intervento militare. Si stemperano così i toni del vice presidente Usa, Joe Biden, che aveva affermato ieri che gli Stati Uniti starebbero valutando alla rotazione delle truppe sul Mar Nero e l'aumento delle esercitazioni e addestramenti nella regione baltica. Oggi, invece, dal giardino della Casa Bianca Barack Obama ha lanciato l'ennesimo avvertimento alla Russia di sanzioni economiche, ribadendo la sua preoccupazione per la situazione in Crimea. Ha poi annunciato sanzioni contro nuovi responsabili russi per la crisi in Ucraina e chiesto al Fondo Monetario Internazionale (Fmi) di agire rapidamente per aiutare l'Ucraina. Le dichiarazioni di Obama seguono quelle della cancelliera tedesca, Angela Merkel, che ha ribadito questa mattina che per il momento "il G8 non esiste" e ha aggiunto che l'Europa è pronta ad adottare nuove sanzioni, ma questa volta dal punto di vista economico, passando quindi "alle fase due delle sanzioni, ovvero le sanzioni economiche". Il processo di annessione della Crimea - Alle sanzioni degli Stati Uniti ha risposto la Russia, avviando anche essa sanzioni alle misure dell'Occidente per l'annessione della Crimea.  Secondo indiscrezioni de la Repubblica, la Russia avrebbe varato una lista fra nove funzionari dell'Amministrazione Obama e membri del Congresso a cui ha vietato l'ingresso sul territorio russo. Tra loro lo speaker della Camera dei reppresentanti, John Boehner, il leader della maggioranza democratica al Senato, Harry Reid, e il senatore John McCain. Nel frattempo il governo russo ha iniziato a rilasciare passaporti russi in Crimea dopo l'annessione di questa settimana della penisola ucraina al Paese. Un processo di annessione che, come ha affermato questa mattina il ministro degli Esteri di Mosca, Sergei Lavrov, "verra completato entro il fine settimana"-. Ha poi aggiunto che "attualmente stiamo assolvendo agli adempimenti pratici per attuare il trattato firmato dai leader di Russia, Crimea e Sebastopoli per l'accesso di due nuove regioni alla Russia". Le paure del governo di Kiev - Intanto l'Ucraina prepara un piano per far evacuare dalla Crimea i propri militari e le loro famiglie. Lo ha annunciato il segretario del Consiglio nazionale di sicurezza Andrii Parubii, citato dai media locali. Nonostante la Russia ha ottenuto quello che voleva, il rischio è ora quello che Putin, con la tanto citata "autodeterminazione dei popoli", non si fermi solo alla Crimea, ma estenda i suoi voleri anche su le altre regioni russofone, due su tutte: Donetsk e Odessa. Di questo parere è il rappresentante ucraino presso il Consiglio dei diritti umani dell'Onu, Yurii Klymenko. Durante un briefing sulla situazione dei diritti umani in Ucraina, Kylmenko ha affermato che "ci sono indicazioni secondo cui la Russia potrebbe preparare un intervento militare in piena regola nell'est e nel sud dell'Ucraina". Proprio per questo Kiev, nonostante la sua mancanza, almeno per ora, di aiuti militari dall'estero, non esclude l'uso della forza. E' quanto emerge da una risoluzione approvata oggi dal Parlamento ucraino su iniziativa del presidente ad interim Olexandr Turchynov, nella quale si legge che "l'Ucraina non smetterà mai di combattere per la liberazione della Crimea per quanto possa essere lungo e doloroso". La diplomazia - Nel pomeriggio di giovedì 20 marzo si è anche tenuto l'incontro tra il segretario generale dell'Onu, Ban Ki-moon con il presidente Putin e il ministro degli Esteri Lavrov. Nell'incontro Ban Ki-moon avrebbe mostrato tutte le sue preoccupazioni al capo del Cremlino. "Come segretario generale, non possono nasconderle che sono profondamente preoccupato per la situazione attuale". Poi, una volta finito l'incontro,  il segretario generale dell'Onu ha detto ai giornalisti di aver manifestato a Putin, il suo assenso alla proposta di dispiegare una missione di osservatori dell'Onu e dell'Osce in Ucraina.  

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