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Boeing Malaysia abbattuto in Ucraina, ecco la mappa delle no-fly zone: quali sono i cieli dove è pericoloso volare

Nicoletta Orlandi Posti
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Eurocontrol, l'organizzazione che gestisce il traffico aereo in Europa, ha diramato istruzioni ai piloti di tutto il mondo perchè evitino l'area al confine fra Ucriana e Russia dove è precipitato un aereo della Malaysian airlines, forse colpito da un missile. Fino al momento dell'incidente il cielo sopra Kiev era considerato sicuro: lo stesso Eurocontrol, il “vigile” del traffico aereo europeo, aveva autorizzato fino alle 17 di ieri — con l'ok delle autorità dell'aviazione civile locali — decine di voli quotidiani oltre quota 9mila metri sull'Ucraina. L'8 luglio Kiev aveva bloccato i voli sotto level 3-20 ( 9mila metri). Ma non a quella cui viaggiava l'Mh17. L'unico spazio aereo chiuso totalmente è quello della Crimea. Roulette russa - Il cielo dell'est dell'Ucraina, ieri, sembrava una roulette russa per gli aerei che sorvolavano la zona. Se non fosse capitato al volo MH17, sarebbe toccato a un aereo civile dell'Air India, che viaggiava a soli «cinque minuti» dietro il Boeing 777 della Malaysia Airlines sulla rotta Bimingham-Delhi. La distanza tra i due voli, riporta il Times of India citando una fonte della compagna aerea indiana, era infatti minima e andava da 40 a 80 km. Dietro il volo indiano, poi, viaggiava un aereo della Singapore Airlines, che faceva rientro in patria da Copenhagen. Le aree off-limits - Del resto sono poche le no-fly zone globali. Dalla mappa pubblicata da Repubblica si vede chiaramente che sono off-limits buona parte dei cieli dell'Afghanistan, alcuni Paesi dell'Africa. Poi ci sono i corridoi limitati e rigidi di Iraq e Siria; in Israele, dopo le tensioni delle ultime settimane, chi vuole atterrare a Tel Aviv è obbligato a seguire un unico percorso con approccio da nord a 8mila piedi d'altezza, allungando di trenta minuti il viaggio. La sola via area dove è garantita la copertura. Ma per nessuna ragione i jet turchi sono autorizzati a sorvolare Israele. I conflitti in corso - Le rotte degli oltre 100mila aerei che ogni giorni trasportano otto milioni di persone sono disegnate dribblando queste zone. Gli esperti incrociano il risiko delle tensioni e delle guerre mondiali con l'algoritmo di un computer con le condizioni meteo, il traffico e i rischi di “conflitto” con altri velivoli. E il risultato dell'elaborazione è il percorso definitivo. Uno per ogni volo. Il pilota può cambiarlo in corso d'opera solo con l'ok delle singole autorità nazionali. Del resto risparmi di carburante e tasse da riscuotere per l'attraversamento fanno in modo che le no-fly zone siano veramente pochissime. Con la conseguenza che anche dove si sta combattendo Libano, Egitto, Libia, Isole Sengaku, Pakistan, Somalia, Yemen, Sudan, Nigeria, Mali, Iran i cieli sono attraversati da voli di linea. E il rischio che aerei vengano abbattuti è reale. 

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