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Ucraina, il ministro Gheletei: "Si va verso la guerra con la Russia, migliaia di morti". Silvio Berlusconi chiama Vladimir Putin

Francesco Rigoni
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Il ministro della difesa di Kiev Valeri Gheletei parla di guerra mondiale in un agghiacciante post su Facebook: "In Ucraina è arrivata una grande guerra mai vista dall'Europa dai tempi della seconda guerra mondiale [...] Le perdite si conteranno non nell'ordine di centinaia ma di migliaia e persino di decine di migliaia". Anche il primo ministro polacco Donald Tusk, nominato presidente del Consiglio Ue sabato scorso, ha affermato che in Europa c'è il rischio di una guerra e il campo di battaglia potrebbe non limitarsi alla sola Ucraina. Le dichiarazioni del premier polacco arrivano dopo l'allarme lanciato dalla Lituania, secondo cui "la Russia è in guerra con l'Europa". In altre parole, a Est si va verso il disastro. Berlusconi telefona a Putin - Come grande amico del presidente russo Vladimir Putin, sulla scena internazionale la figura più indicata per trattare pare allora quella di Silvio Berlusconi. E il Cavaliere si sarebbe già mosso: chi ad Arcore è di casa afferma infatti l'intensificarsi negli ultimi giorni di contatti telefonici con "l'amico Putin". Lui si proporrebbe al premier Matteo Renzi come grande mediatore, nella inscalfibile certezza che la missione si tradurrebbe in un successo. Berlusconi ha definito "drammatica" la situazione nello scacchiere russo, dopo averne parlato con parecchi leader europei. Sulla politica estera sono le sue critiche più severe a Renzi, mentre non sembra aver parlato di Russia con il premier. Il Cavaliere sceglie la parola "attesa" come chiave attorno alla quale far girare il suo ragionamento: ci vuole "calma, non è il momento di mettersi di traverso. Renzi dovrà fare scelte impopolari, lasciamolo fare". Le mosse di Ue e Nato - La mossa di Berlusconi anticipa il vertice della Nato che si terrà questa settimana. Il summit dovrà essere l'occasione per i leader dell'alleanza per "riflettere assieme su una nuova politica che abbia come obiettivo principale la sicurezza e l'efficacia d'azione della nostra comunità occidentale di fronte alla minaccia d'una guerra, non solamente nell'est dell'Ucraina", ha affermato Tusk. I capi di stato e di governo della Nato dovrebbero adottare nel summit di giovedì e venerdì un piano di reazione (il Readiness action plan, Rap) in risposta alla minaccia russa nella crisi ucraina che sta turbando i paesi della regione, a partire da quelli che affacciano sul Baltico e dalla Polonia. Migliaia di soldati degli eserciti, delle marine e delle aeronatiche dei paesi membri, con l'appoggio delle forze speciali, dovranno avere la capacità di dispiegarsi "in pochi giorni" nella regione. La forza a rapido dispiegamento "necessiterà di installazioni sul territorio dei paesi Nato e di equipaggiamenti pre-posizionati, oltre che esperti in logistica e in comando e controllo. Si tratterà di una forza leggera, ma capace di colpire forte se si rivelerà necessario", ha spiegato il segretario generale della Nato. Rasmussen ha ricordato che i paesi Nato che hanno frontiere condivise con la Russia "sono assai inquieti e ne hanno buone ragioni", ma con l'adozione di questo piano, "saranno assolutamente soddisfatti". Il tutto mentre Tusk evocava il pericolo di un nuovo settembre 1939. "E' di nuovo il momento - ha detto il presidente Ue in pectore - di fermare coloro per i quali la violenza, la forza, l'aggressione sono una volta ancora l'arsenale dell'azione politica". La prospettiva di una "Farnesina azzurra" ad Arcore con a capo Berlusconi non sembrerebbe affatto avventata, se servisse a sventare la sciagura di un conflitto continentale.

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