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Chi era Steven Sotloff, il secondo giornalista Usa decapitato

Matteo Legnani
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Steven Joel Sotloff, il giornalista americano decapitato oggi dai guerriglieri islamisti dell'Isis, era stato rapito più di un anno fa, il 4 agosto 2013 vicino ad Aleppo, seconda città della Siria. La sua esecuzione era stata annunciata al termine di un altro tremendo video nel quale, lo scorso 19 agosto, gli stessi guerriglieri mostravano la decapitazione di un altro giornalista statunitense, James Foley. La petizione - In quel video, gli uomini dell'Isis avvertivano il presidente Obama che le sue mosse successive avrebbero deciso del destino di Sotloff. Poco dopo, sul sito WhiteHouse.gov era partita una raccolta firme con cui si chiedeva al presidente di salvare il giornalista. La petizione ha raccolto in poche ore decine di migliaia di firme e lo scorso 27 agosto la madre di Sotloff aveva personalmente chiesto il rilascio del figlio con un video destinato al leader dei guerriglieri, Abu Bakr al-Baghdadi. Ma nei giorni scorsi le forze aeree a stelle e strisce hanno ripreso i bombardamenti contro le forze dell'Isis in Iraq, "condannando" così a morte il giornalista. Giornalista - Nella sua carriera, Sotloff ha scritto per il periodico Time e per riviste di politica internazionale come The National Interest, Media Line e Foreign Policy, ed è apparso sulla CNN e a Fox News. Il suo lavoro lo aveva portato numerose volte in Siria , in Egitto, in Libia, in Turchia e nel Bahrein.

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