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Nella guerra dell'intelligence la Merkel ha il telefonino a prova di intercettazioni

Ignazio Stagno
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Si chiama «Darshak», ed è sostanzialmente una applicazione per tutti gli smartphone Android. L'ha messa a punto un ricercatore berlinese di origine indiana, Ravishankar Borgaonkar, un esperto di sicurezza che lavora al Dipartimento Telecomunicazioni al Politecnico di Berlino. Servirà a capire se il telefonino è intercettato e allo stesso tempo a disattivare la possibilità di captare le sue comunicazioni. La tecnologia messa a punto è in grado di rilevare qualsiasi sistema che cattura le comunicazioni- che dovrebbero essere cifrate- attraverso l'identificativo IMSI (International Mobile Subscriber identity) per spiare le telefonate del malcapitato. Questo sistema di cattura è il più utilizzato dai servizi segreti e perfino dagli investigatori privati, perchè non costa molto la tecnologia di intercettazione. Non è il solo, ma visti i bassi costi è anche il sistema più utilizzato dalle aziende che lavorano con i tribunali per le intercettazioni giudiziarie. L'applicazione realizzata dal ricercatore di Berlino si accorge della intercettazione sull'Imsi, immediatamente modifica il sistema di geolocalizzazione del telefonino vittima, e lo disconnette dal network abituale o introduce una piccola modifica al sistema operativo in grado di farlo scappare dagli intercettatori. La tecnologia è stata illustrata il 12 settembre scorso a Londra durante una conferenza riservata sulla sicurezza di computer e telecomunicazioni. È già stata offerta in sperimentazione al governo tedesco, che da tempo cercava sistemi di protezione più efficaci per le proprie istituzioni, e soprattutto per le comunicazioni del cancelliere Angela Merkel, intercettata a insaputa del suo sistema di intelligence dalla Cia, causando anche un braccio di ferro diplomatico con Barak Obama e l'amministrazione Usa. Non a caso è stata proprio la Germania a investire più di ogni altro nella ricerca per la protezione delle telecomunicazioni. E infatti dall'inizio di settembre un'azienda tedesca ha già iniziato la commercializzazione di un sistema operativo derivato dalla tecnologia Android- il CryptoPhone 500- inserito in un Samsung Galaxy3. Il sistema avverte quando il telefonino dovesse connettersi a una rete fasulla (è il modo attraverso cui passano le intercettazioni Imsi) o improvvisamente dovesse passare dal 3G al 2G (che è un altro segnale inequivocabile). È una specie di allarme che avverte l'utente sull'assenza di protezione crittografica della comunicazione che si sta effettuando (che quindi quasi sicuramente in quel momento è intercettata). Non è però in grado- come la applicazione appena messa a punto- di trovare soluzioni per l'utente proteggendo la comunicazione da orecchi indesiderati. E al momento quella sorta di allarme non è proprio alla portata di qualsiasi tasca: l'apparecchio venduto con il CryptoPhone 500 costa circa 2.400 euro. Se invece si passasse alla commercializzazione di Darshak, l'applicazione ideata da Ravishankar Borgaonkar, naturalmente il sistema anti-intercettazione sarebbe alla portata di tutti. Ma si creerebbero problemi davvero enormi a chi le intercettazioni le deve fare per compito istituzionale (magistratura e forze di polizia) o per la sicurezza nazionale e internazionale (servizi segreti). Se passasse la linea della protezione collettiva, è evidente che dovranno studiarsi altri sistemi di intercettazione legale. D'altra parte un sistema simile a quello tedesco è già stato messo a punto dall'impresa israeliana CyberSeal, che ha già prodotto Vanadium, una sorta di scatoletta nera legata al telefonino in grado di scoprire le intercettazioni. Gli israeliani però non hanno condiviso nemmeno in meeting tecnologici o sulla sicurezza internazionale la tecnologia utilizzata. di Franco Bechis

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