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Prega Allah dopo una meta: punito giocatore Nfl

Matteo Legnani
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Un giocatore musulmano festeggia il touchdown con una preghiera. L'arbitro lo punisce e la National Football League si ritrova a gestire un caso religioso. Al centro  della vicenda c'è Husain Abdullah, difensore dei Kansas Chiefs, andato a segno nel match dominato per 41-14 contro i New England Patriots nel "monday night" della quarta giornata del campionato di football americano. Abdullah, dopo aver intercettato il pallone all'altezza delle 39 yard dei Patriots, lo ha riportato in meta e ha festeggiato inginocchiandosi in preghiera. Il gesto non è piaciuto agli arbitri, che lo hanno punito con 15 yard da applicare alla ripresa del gioco per condotta antisportiva. La regola numero 12 della NFL, alla sezione 3-articolo 1 prevede che "i giocatori non possono dare vita a celebrazioni o manifestazioni sul terreno di gioco". L'episodio è stato analizzato ai piani alti della lega. Michael Signora, portavoce della NFL, ha chiarito al network Espn che Abdullah non doveva essere sanzionato. "In questo caso - ha detto - la procedura non prevede di sanzionare un giocatore che si inginocchia per un atto  religioso. Non doveva esserci una penalità". Da parte sua, il difensore dei Chiefs ha ammesso di essere "un po' troppo eccitato". Abdullah, al sesto anno tra i professionisti, ha giocato con i Minnesota Vikings tra il 2008 e il 2011 prima di prendersi un anno sabbatico per andare in pellegrinaggio alla Mecca. "Se riporto un intercetto in meta, mi inginocchierò per pregare" aveva sempre detto, come ricorda il Kansas City Star. Segna una meta e prega Allah / Guarda il video

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