Homeland sotto accusa negli Usa: "Ci sono troppi stereotipi anti Islam"
Mentre gli Stati Uniti sono di nuovo impegnati militarmente in paesi islamici, e cercano in tutti i modi di evitare che si ritorni a parlare di scontro di civiltà, una serie televisiva di grande successo come 'Homeland' finisce sotto accusa come veicolo di pericolosi sentimenti anti-Islam. Ne è convinta Laura Durkay, giornalista e attivista della sinistra liberal americana, che accusa la serie di essere piena «errori marchiani sul Medio Oriente e sull'Islam» e di «assurdi e pericolosi stereotipi anti-Islam». «L'intera struttura di Homeland è costruita in modo da schiacciare insieme ogni manifestazione politica del mondo islamico, arabo e l'intero Medio Oriente in una minaccia terroristica globale che semplicemente non esiste», si legge in un articolo pubblicato dal Washington Post a pochi giorni dal debutto negli Stati Uniti, domenica, della quarta serie dello show che racconta le tormentate vicende di Carrie Mathison, geniale agente della Cia affetta da distrurbo bipolare. I cattivi - A parte errori ed ingenuità delle trame, Durkay ricorda come il 'cattivo' delle precedenti serie, Abu Nazir, un leader di al Qaeda che prepara un attacco all'America con l'aiuto del marine diventato terrorista Nicholas Brody, incontri a Beirut un leader di Hezbollah, sempre per preparare quell'attacco che poi viene realizzato, con il sostegno dell'Iran. «In pratica, lo show ha legato insieme tutti gli spauracchi della politica estera americana (lo Stato Islamico probabilmente l'avremo nella prossima serie». «Ma c'è un piccolo problema - aggiunge - al Qaeda ed Hezbollah in realtà non si piacciono. Hezbollah al momento sta combattento il Fronte al-Nusra, affiliato di al Qaeda, in Siria. Ed Iran ed al Qaeda sono su fronti opposti nella guerra settaria che da anni si combatte in Iraq. Mentre gli Stati Uniti stanno di fatto collaborando con l'Iran per sostenere il governo iracheno sciita contro i sunniti dell'Is». «È facile sostenere che Homeland sia solo una serie tv, un thriller che necessariamente ha bisogno di cattivi diabolici - conclude l'articolo - ma questi stesse stereotipi su arabi e musulmani sono usati politicamente per giustificare azioni nel mondo reale: guerre nascoste, operazioni segrete, raid dei droni, prigioni segrete e torture della Cia».