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Ebola, allarme in Spagna: terzo caso di contagio

laura vezzo
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Sale a quattro il numero di persone ricoverate per Ebola all'ospedale madrileno Carlo III-La Paz. Dopo l'infermiera ausiliara quarantaquattrenne, ricoverata con diagnosi certa, sono altre tre le persone sotto osservazione che presentano i sintomi del virus, come ha confermato in conferenza stampa il dirigente dell'ospedale, Rafael Perez-Santamarina. Il secondo caso madrileno - Come nel primo caso, anche per il secondo si tratterebbe di un'infermiera dell'ospedale Carlo III. Una volta riscontrati i sintormi della febbre, l'infermiera avrebbe contattato il servizio di emergenza della comunità, che si sarebbe affrettato a trasferirla nello stesso ospedale, dove sono stati assistiti i due missionari spagnoli rimpatriati dalla Sierra Leone e poi deceduti. L'infermiera è stata messa in isolamento e sottoposta ai dovuti esami di accertamento. Se dovesse trattarsi di Ebola, sarebbe il secondo caso di contagio in Spagna e al di fuori dei territori africani invasi dall'epidemia.  Cos'è andato storto nel sistema sanitario spagnolo? - Il portavoce della Commissione Ue, Frédéric Vincent, ha intanto chiesto chiarimenti al governo spagnolo, per individuare la falla nel suo sistema sanitario che ha permesso la trasmissione del virus Ebola in un ospedale al di fuori dell'Africa. Il ministero spagnolo della sanità sta cercando di risalire alle fonti del contagio del'infermiera madrilena di 44 anni, primo caso in Europa, e di individuare le persone con cui sarebbe entrata in contatto durante il periodo di incubazione del virus. Le condizioni del "caso zero" d'Europa - L'ausiliare di infermeria, che è in condizioni stabili e con la febbre alta, faceva parte dell'equipe di sanitari che ha assistito Miguel Pajares, di 75 anni, e Manuel Garcia Viejo, di 69 anni, entrambi religiosi dell'ordine di San Juan de Dios, rimpatriati dopo aver contratto il virus in Sierra Leone, e poi deceduti il 26 settembre. Dal 30 settembre la donna aveva iniziato a registrare sintomi come febbre e distonia, che ne avrebbero consigliato l'immediata applicazione del protocollo di isolamento. "Esiste la possibilità che qualcuna delle persone entrate in contatto con lei si siano infettate", ha riconosciuto il coordinatore del Centro di Allerta ed emergenze del ministero della Sanità, Fernando Simon. "Questo non comporta rischi per la popolazione, ma dobbiamo garantire che questa situazione non torni a prodursi", ha aggiunto. Secondo il responsabile sanitario, "esiste la possibilità di contagio", che "è bassa, ma esiste". La preoccupazione del ministro Lorenzin - Nel corso dell' audizione in Commissioni riunite Esteri e Affari Sociali della Camera dei Deputati, il ministro italiano della salute, Beatrice Lorenzin, ha dichiarato, in merito al preoccupante contagio del virus Ebola: "Abbiamo chiesto un aumento fondi nella legge di Stabilità da destinare all'Usmaf", gli uffici di Sanità Marittima, Aerea e di Frontiera del Ministero della salute, "al fine di aumentare i controlli presso porti e aeroporti". Secondo il ministro Lorenzin sussite "L'esigenza di un rafforzamento dei sistemi di controllo; non abbiamo bisogno di allarmismi ma di misure di sicurezza e informazione".  

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