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Pakistan, due giovani cristiani bruciati vivi: avevano distrutto per sbaglio il Corano

Gian Marco Crevatin
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Cronaca dell'ennesima follia di matrice islamica: due giovani cristiani del Punjab, in Pakistan, sono stati arsi vivi da una folla di musulmani, che li accusavano di aver commesso blasfemia, per aver bruciato alcune pagine del Corano. La coppia, lui 26enne, Shahzad, e lei, 24enne, Shama, lavoravano in una fabbrica di argilla ed erano stati stati sequestrati il 2 novembre, e tenuti in ostaggio per due giorni all'interno della fabbrica. Stamane alle 7 sono stati spinti nella fornace dove si cuociono i mattoni e sono morti barbaramente, bruciati vivi. La vicenda - Secondo fonti locali, all'origine del barbaro gesto della folla, una copia del Corano, finita, a quanto pare erroneamente, nelle fornace. A seguito della morte del padre di Shahzad, Shama, che aveva ripulito l'abitazione dell'uomo, si era lasciata scappare per errore qualche pagina del testo sacro, che sarebbe finita erroneamente brucciacchita: questa, nei termini, la blasfemia. Quando poi un musulmano, collega dei due, e che aveva assistito alla scena, notando che nel rogo erano finite delle pagine del Corano, ha sparso la voce nei villaggi circostanti e una folla impazzita ha preso in ostaggio i due giovani fino al tragico epilogo. Un'altra fonte, un portavoce della polizia della zona, Muhamd Bin Yameen, ha raccontato all'agenzia Efe che prima di finire nella fornace, i due giovani sono stati pestati a morte e appena dopo i loro corpi inermi sono stati arsi vivi.

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