Russia, il ministro dell'agricoltura: "Entro dieci anni raggiungeremo l'autarchia alimentare"
Putin fa sul serio e la Russia si avvicina sempre più a una forma di autosostentamento, di autarchia alimentare. Addio al cibo di provenienza occidentale, e quella che inizialmente era una forma di protesta nei confronti delle sanzioni imposte alla Russia per la questione Ucraina, si sta trasformando in una vera e propria politica, che riscuote consensi fra i russi e terrorizza Europa e Stati Uniti. Il ministro dell'agricoltura russo Aleksand Tkachev ha dichiarato: "Se continuiamo allo stesso ritmo di crescita in termini di volume di produzione, calcolando la crisi sia in Russia che nel mondo, allora in dieci anni raggiungeremo questo obiettivo. Se si troveranno ulteriori mezzi di finanziamento al settore, allora il compito sarà portato a termine al massimo in sette anni". E l'obiettivo è appunto l'autarchia alimentare, con tanto di gesto dell'ombrello all'Occidente e alle sue sanzioni. I provvedimenti - Già da qualche mese sono state chiuse le frontiere ai prodotti alimentari provenienti da Ue e Usa, e i prodotti che, entrati di contrabbando, sono stati scoperti, sono stati distrutti senza alcuno scrupolo. Entro i prossimi dieci anni verrà tutto prodotto nella patria del Cremlino, tranne -per cause di forza maggiore- i prodotti alimentari che in Russia non crescono, come banane, datteri e agrumi. E la produzione interna si sta sempre più perfezionando, riuscendo a raggiungere degli standard più che soddisfacenti per il mercato interno, standard che sempre meno hanno da invidiare a quelli degli alimenti occidentali (almeno per i palati russi). E molto severe sono le punizioni per chi si ostina a introdurre in Russia latticini, carni e verdure di contrabbando: si sta mettendo a punto una legge che renderà un reato penalmente perseguibile il contrabbando di beni alimentari dentro i confini firmati Putin. E nel frattempo i governi europei hanno denunciato alcuni produttori italiani che, danneggiati dalle conseguenze delle sanzioni, hanno fatto entrare in Russia alcuni alimenti, per porre un argine alle voragini di introiti lasciate dal tirarsi indietro degli acquirenti di Mosca. "Un buon presidente dovrebbe promuovere i prodotti italiani, non ostacolarli. Ma Renzi non lo sta facendo" ha dichiarato Barbara Gambaro, imprenditrice veneta. La posizione dei produttori è chiara, con l'autarchia della Russia hanno tutto da perdere. Ed è anche cominciato il conto alla rovescia: dieci anni al massimo e il mercato di Mosca sarà solo un ricordo.