Sanzioni per oltre 5 miliardi di euro. Così Putin mette in ginocchio un Paese
L'abbattimento del cacciabombardiere russo da parte della contraerei turca rischia di trasformarsi in un pericolosissimo boomerang economico sull'economia di Ankara. Una delle prime reazioni di Vladimir Putin è stata quella di imporre sanzioni sugli scambi economici tra la Russia e la Turchia. Una decisione ratificata con una firma dello zar che avrà inevitabile effetto negativo soprattutto per l'economia turca che con la Russia ha un giro di affari pari a 31,1 miliardi di dollari, di cui 25,5 di importazioni e 6,7 di esportazini. La prima batosta arriva sul fronte energetico, visto che il 55% del fabbisogno di gas turco veniva comprato da Mosca. E poi, riporta il Sole 24 ore, ci sono i 3 miliardi di dollari che portano con sé i 4,5 milioni di turisti russi secondo i dati del solo 2014, oltre che il peso non trascurabile di un miliardo rappresentato dalle esportazioni di frutta e verdura. La batosta - Gli effetti delle sanzioni saranno evidenti sulle stime del Pil turco che secondo Lubomir Mitov di Unicredit Research: "Si ridurrà dal 2,9 al 2,6% il prossimo anno per il calo del turismo, dell'export e dei servizi". Solo questi ultimi due aspetti pesano sull'economia turca per 5,8 miliardi, da sommare ai 3 miliardi di rimesse turistiche che svaniranno. Ankara dovrà rinunciare quindi a 1,8 miliardi di merci non più esportabili verso Mosca, 0,6 miliardi in servizi di trasporto e 0,3 miliardi per le costruzioni. Il gas - Se sul fronte turistico la Turchia può anche resistere all'impatto delle sanzioni, visto che come sottolinea Yarkin Cebeci della JPMorgan si va incontro alla bassa stagione, è su quello energetico che rimangono in piedi tutti i timori di una batosta dolorosa. In particolare se la tensione dovesse aumentare: "la Turchia - sostiene Cebeci - può incontrare difficoltà nelle sue importazioni di energia. Circa il 55% delle importazioni di gas naturale della Turchia proviene dalla Russia. Tuttavia - chiarisce - tagliare le esportazioni verso la Turchia non sarà una decisione facile per la Russia. Il volume delle vendite ad Ankara è pari al 17% del totale delle esportazioni di Gazprom al di fuori dell'ex Unione Sovietica".