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Rajoy come Bersani: vincitore perdenteIl no di Podemos e dei socialisti

Lucia Esposito
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Nel frammentato panorama politico del dopo-voto, i partiti spagnoli hanno avviato le manovre sulla designazione del nuovo capo del governo. I partiti di sinistra, il Psoe e Podemos, hanno già sbarrato il passo al Partito popolare di Mariano Rajoy, prima forza politica con il 28%.  La vittoria dei Popolari rischia di infrangersi sulla mancanza di alleanze chiare. Per ora l'unico dato certo è la preoccupazione dei mercati: pochi minuti dopo l'apertura della borsa, l'indice guida Ibex era sceso del 3% e a metà giornata era ancora oltre il -2%, con perdite pesanti per i titoli delle banche e delle imprese più dipendenti dallo Stato. Il premier conservatore uscente, Rajoy, ha confermato che vuole cercare di formare un governo, ma il Pp può contare su solo 123 deputati, ben lontano dalla maggioranza assoluta (176). Nè è andato meglio al suo tradizionale avversario, il Psoe, che ha lasciato sul terreno 1,6 milioni di voti, ottenuto 90 deputati ed ora si vede tallonato da vicino da Podemos che debutta in Parlamento con 69 deputati e 5,2 milioni di elettori, appena due anni dopo la sua nascita. Il possibile alleato del PP, i liberali di Ciudadanos, hanno ottenuto il quarto posto ma con solo 40 deputati, il che fa escludere l'ipotesi di un governo di coalizione di centrodestra. "Sarà necessario parlare molto, dialogare di più, arrivare a intese e accordi", ha preconizzato Rajoy. Il leader di Podemos, Pablo Iglesias, ha già detto che non consentirà ai Popolari di formare il nuovo governo: "Non ci sono dubbi... Podemos non permetterà nè attivamente nè passivamente all Pp di governare". Anche il socialista, Cesar Luena, ha detto chevoterà no all'investitura di Rajoy, interpretando il voto come una richiesta di cambiamento. Il 'numero unò degli ex Indignados ha annunciato anche che comincerà a breve un giro di consultazioni per verificare la possibilità di accordi con altre forze politiche. Il commento  - "La situazione è tale che possiamo felicitarci col popolo spagnolo per l'alto tasso di partecipazione ma a parte ciò non vedo bene con chi ci si possa congratulare in questa situazione»: ha sintetizzato la situazione la viceportavoce del governo tedesco, Christiane Wirtz, quando le è stato chiesto se il cancelliere, Angela Merkel, si fosse già congratulato con i vincitori del voto. Inviando una missiva al premier uscente, il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, ha auspicato la formazione di «un governo stabile». Nel clima di incertezza politica, il premier Matteo Renzi ha colto lo spunto del frammentato Parlamento spagnolo per lodare la riforma elettorale italiana: «Benedetto l'Italicum» che offre «un vincitore chiaro», ha commentato. E poi ha aggiunto: «La Spagna di oggi, ma sembra l'Italia di ieri». 

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