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Le immagini della prigione segreta dove è stato ucciso Regeni

Matteo Legnani
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Sono palazzoni anonimi della sterminata periferia del Cairo. O ville apparentemente abbandonate in quartieri residenziali. O, ancora bunker invisibili perchè sottoterra. E' lì che i servizi segreti egiziani portano i prigionieri. Da interrogare, da torturare, da uccidere. Tre persone al giorno, in media, sono sparite nella capitale egiziana. All'inizio del 2016 è sparito per essere poi trovato morto anche il ricercatore italiano Giulio Regeni. Incarcerato, interrogato, torturato e poi ucciso in una di queste prigioni segrete alle quali dedica un ampio servizio il settimanale L'Espresso in edicola oggi. Lo fa attraverso il racconto di Haitham Ghonie, come Regeni ricercatore, che ha passato anni a raccogliere testimonianze di chi è finito in quei luoghi dell'orrore. A partire dalla sua. Solo dopo il caso del giovane italiano ha però trovato il coraggio di raccontarle al mondo. Ha sempre temuto per la sua vita. “Ho reso tutto pubblico nella speranza di poter riuscire finalmente a dormire”, spiega. “Ogni volta che chiudo gli occhi sento le urla delle torture”.

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