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Usa, Corte Suprema: sì alle nozze gay

Bocciata la legge federale che definisce matrimonio solo quello tra uomo e donna: "Viola i diritti delle coppie omo, negando i benefici federali"

Andrea Tempestini
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Una svolta storica, anche negli Stati Uniti: la Corte Suprema ha legittimato il matrimonio tra persone omosessuali, come aveva chiesto il presidente Barack Obama nel discorso del suo secondo insediamento. E' stato infatti bocciato il Defence Marriage Act (DOMA), la legge federale a stelle e strisce secondo cui ci si può sposare soltanto tra uomo e donna. Sui sociali network, il presidente ha espresso la sua soddisfazione: "La sentenza di oggi della Corte Suprema sulle nozze gay è uno storico passo avanti verso l'uguaglianza". Quindi il sindaco di New York, Michael Bloomberg: "La nostra storia è definita dall'allargamento dell'eguaglianza per tutti e la Corte, ci ha portato un passo più vicino. Il voto - L'incostituzionalità della norma è stata approvata con cinque voti favorevoli e quattro contrari: il giudice Anthony Kennedy ha fatto la differenza, schierandosi con i quattro giudici scelti dai democratici. La norma, secondo quanto stabilito dalla Corte, vìola i diritti delle coppie omosessuali, negando loro i benefici federali riconosciuti dal matrimonio. Spianata quindi la strada ai matrimoni gay, la Corte evita però di decidere sulla Proposition 8, la legge della California che mette al bando le nozze omosessuali. I federali rimandano la decisione allo stato californiano con la sola indicazione di abolire la legge. La presa di posizione - Dura replica da parte del vescovato a stelle e strisce: "E' un giorno tragico per la nazione e per il matrimonio. La Corte suprema ha sbagliato": così si legge nel comunicato della conferenza episcopale americana firmato dal presidente, l'arcivescovo di New York Timothy Dolan. L'arcivescovo di San Francisco Cordileone ha aggiunto che "il governo federale dovrebbe rispettare la verità che il matrimonio è l'unione di un uomo e di una donna anche quando gli stati non lo fanno". Secondo i religiosi degli States, inoltre "il bene di tutti, soprattutto dei nostri figli, dipende da una società che si sforza di rispettare la verità del matrimonio. Ora è arrivato il momento di raddoppiare gli sforzi per rendere testimonianza a questa verità". Eppure c'è chi non contesta. Otto chiese protestanti di Washington tra cui la National Cathedral hanno suonato le campane oggi per festeggiare la decisione. Tra le altre chiese, la St. John Episcopal di Lafayette Square, la cosiddetta Chiesa dei Presidenti, che ha in programma anche un servizio di preghiera per famiglie gay. Il reverendo Gary Hall aveva annunciato in gennaio che presto sarà possibile per le coppie omosessuali celebrare matrimoni sotto le sue volte. I caroselli - Ad attenere la notizia, davanti alla Corte suprema a Washington, fin dal primo mattino si era raccolta una grande folla. Tantissime bandiere con i colori del movimento omosessuale, numerosi striscioni. E momenti di giubilo quando la Corte ha spalancato la strada ai matrimoni omo. Anche all'interno dello Stonewall Inn, storico bar gay di Greenwich Village, a Manhattan, è il delirio. Una folla enorme esulta per la storica decisione presa dalla Corte Suprema. Almeno un centinaio di persone hanno atteso con gli occhi incollati agli schermi la pronuncia dei nove saggi sulla legge sul matrimonio, e il silenzio si è improvvisamente trasformato in un boato alla notizia che il Defence Marriage Act è stato dichiarato incostituzionale. 

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