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Corea del nord, spari al confine contro il soldato in fuga: "Così è finito l'armirstizio"

Giovanni Ruggiero
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È tornata alta la tensione nella zona demilitarizzata tra Corea del Nord e Corea del sud, dopo che un soldato di Pyongyang ha disertato lo scorso 13 novembre. L'uomo è scappato a bordo di una jeep e poi a piedi fino all'area sotto il controllo degli Stati Uniti, inseguito dai suoi ex commilitoni che hanno cercato di fermarlo sparandogli diversi colpi e colpendolo ben cinque volte. Dal 1953 è il terzo caso di un militare nordcoreano che abbandona il suo Paese, da quando cioè la tregua firmata al 38° paralello aveva fermato la guerra tra le due Coree. Proprio quegli spari addosso all'ultimo disertore hanno di fatto sospeso l'armistizio, secondo l'accusa mossa dal comando americano. I soldati di Kim Jong-Un hanno sparato attraverso la linea di demarcazione mentre il soldato aveva già raggiunto la zona sud e stava sconfinando. L'uomo è vivo per miracolo, ma l'episodio rischia di fare degenerare più in fretta una situazione già molto precaria.

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