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Corea del nord, Kim Jong-Un rifiuta l'offerta di dialogo Usa: lo accusano del virus Wannacry

Giovanni Ruggiero
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Il regime della Corea del Nord respinge al mittente l'offerta arrivata da Washington di riprendere il dialogo "senza precondizioni" e la liquida come uno stratagemma per manipolare la comunità internazionale. "Gli Stati Uniti stanno cercando di addossare ad altri le tensioni nella penisola coreana", si legge nell'editoriale pubblicato dal quotidiano ufficiale, Rodong Sinmun. Il segretario di Stato americano, Rex Tillerson, ha dichiarato la scorsa settimana che Washington sarebbe disposta a sedersi a un tavolo con Pyongyang "senza precondizioni", un'inversione a 'Ù rispetto alle diverse amministrazioni americane che per anni hanno chiesto gesti chiari per dimostrare la denuclearizzazione. In realtà successivamente la Casa Bianca ha puntualizzato che il dialogo non sarà possibile a meno che la Corea del Nord non "cambi totalmente il suo comportamento". Nell'editoriale Pyongyang sostiene che l'offerta statunitense "cerca di preparare il terreno per manipolare nuove risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite che potrebbero includere un blocco marittimo se non accettiamo un dialogo il cui obiettivo è negoziare il nostro abbandono dell'arsenale nucleare". Anche Tillerson aveva adombrato la possibilità di bloccare il trasporto marittimo di prodotti da o verso il paese asiatico come ritorsione per il missile balistico intercontinentale (ICBM) lanciato il 29 novembre. Di qui la conclusione: "Non c'è alcun cambiamento nella nostra posizione", insistono a Pyongyang, "e non arretreremo nella nostra marcia per rafforzare la nostra forza nucleare" "La Corea del Nord - denuncia Bossert - ha agito in modo particolarmente grave, in gran parte incontrollato, per oltre un decennio. Il suo comportamento criminale sta diventando sempre più grave". Leggi anche: "Gli Usa vogliono uccidermi", Kim Jong Un arruola gli ex Kgb. Il piano delle spie russe Già a giugno, l'intelligence americana era arrivata alla conclusione che ci fossero gruppi legati a Pyongyang dietro l'attacco; ad ottobre era stato il governo britannico a sostenerlo, mentre a novembre era arrivata la conferma, seppur riservata, della Cia. Ma gli Stati Uniti finora non avevano mai puntato l'indice in maniera ufficiale contro Pyongyang. Bossert assicura che il presidente americano Donald Trump ha già preso provvedimenti per prevenire attacchi hacker come quello di maggio, ordinando una massiccia modernizzazione delle tecnologie informatiche governative per intensificare la sicurezza del sistema informatico. L'amministrazione, aggiunge un funzionario della Casa Bianca al Washington Post, farà appello a tutti gli Stati "responsabili" per contrastare la Corea del Nord, ma ovviamente chiederà anche al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite di intensificare le sanzioni ed estenderle anche contro la minaccia di attacchi informatici, non solo nucleari. Gli Stati Uniti comunque hanno già lavorato con altre nazioni per neutralizzare la cyber-minaccia nordcoreana e per scongiurare altri attacchi come WannaCry che ha messo "potenzialmente a rischio delle vite umane" dal momento che ha coinvolto anche il sistema sanitario. In particolare, come conferma il New York Times, per il governo americano la regia dell'attacco è da attribuire ad una "entità" chiamata Lazarus Group, un gruppo già noto di hacker che lavorerebbero per il regime di Pyongyang. Il gruppo nel 2014 era stato accusato di un attacco contro Sony Pictures Entertainment, quando erano stati distrutti o messi in rete migliaia di dati riservati. In quel caso l'obiettivo degli abili 'piratì era stato tutto in chiave interna: sabotare The Interview, la commedia americana che raccontava in chiave satirica la missione per eliminare Kim Jong-un, il giovane dittatore coreano.

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