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Portogallo, il paradiso senza tasse per i pensionati: ma il "prelievo zero" fa infuriare i residenti

Andrea Tempestini
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Dopo il passaggio della Troika e la fase più nera, quando la bancarotta sembrava a un passo, il Portogallo è risorto: sono bastati due anni per tornare ad attrarre mercati e interesse internazionale, tanto che oggi, Lisbona, viene da più fonti citata come esempio positivo in un panorama politico-economico i cui orizzonti non appaiono fulgidi. Per ultimo il dato sulla disoccupazione: a novembre è scesa all'8,2%, contro il quasi 18% che si registrava nel 2013. Altri indicatori positivi sono quelli relativi all'export, al calo del debito pubblico e soprattutto ai titoli di Stato: lo scorso 15 dicembre lo spread tra i nostri Btp e il Bund era uguale allo spread portoghese. Oggi, addirittura, i titoli di Stato di Lisbona sono considerati più solidi dei nostri. Insomma, un piccolo miracolo economico, quello operato dal premier socialista Antonio Costa. Leggi anche: La testimonianza: "Qui vivo da re. Italiani, fuggite" Il governo portoghese, però, ora deve difendersi dall'accusa di essere diventato il paradiso fiscale dei pensionati: una terra caratterizzata - a due ore di volo dall'Italia - da prezzi bassi e, soprattutto, tasse inesistenti. Insomma: mare, sole, buon cibo e nessuna gabella. Il paradiso, appunto. Si pensi che sono oltre 50mila le persone partite da vari Paesi europei, tra cui ovviamente l'Italia, attirate dall'alta qualità della vita, dai prezzi bassi e soprattutto dalla possibilità di poter incassare al lordo la lordo pensione. Già, perché la legge locale prevede che chi diventa residente “non abituale” non deve pagare tasse sulla pensione per i primi 10 anni. E non si parla di una rimodulazione o di un bonus, ma di una vera e propria politica di free tax. Zero tasse, appunto. Lisbona, insomma, come terra promessa per gli over 65. Peccato però che le agevolazioni inizino a far arrabbiare gli stessi portoghesi, che al contrario degli stranieri sono costretti a pagarle, le tasse. Ma anche gli altri paesi europei sono sul piede di guerra contro il "prelievo zero" offerto dal governo socialista agli stranieri.

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