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Siria, orrore a Ghouta: "Attacco con gas, 100 morti". Trump contro "l'animale Assad", Putin contro Israele

Giulio Bucchi
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Il dramma della Siria si è trasformato nuovamente in una guerra mondiale silenziosa. A scatenare le rappresaglie incrociate un  attacco con gas di cloro velenoso di cui è stato accusato il regime del presidente siriano Bashar al-Assad. I White Helmets, che agiscono come primi soccorritori nelle aree controllate dai ribelli in Siria, sostengono che le forze governative sabato abbiano usato armi chimiche a Douma, l'ultima roccaforte dei ribelli nella Ghouta orientale, per il 95% tornata sotto il controllo di Assad. L'Osservatorio siriano per i diritti umani sostiene che dozzine di persone abbiano manifestato problemi respiratori. I bilanci delle vittime sono contraddittori; Raed al-Saleh, capo dei Caschi bianchi, ha parlato di 70 persone morte soffocate e centinaia con gravi sintomi, per altre Ong i numeri sarebbero anche maggiori, oltre cento. Il presidente americano Donald Trump ha denunciato "l'insensato attacco chimico" puntando il dito contro "il presidente Putin": "La Russia e l'Iran sono responsabili per il sostegno all'animale Assad. Ci sarà un alto prezzo da pagare". All'indomani, Mosca dopo aver negato le accuse ("I nostri periti hanno confermato che non sono state usate armi chimiche") per bocca del ministro degli Esteri Sergey Lavrov ha a sua volta tirato in ballo Israele, attribuendogli la responsabilità dei raid sulla base militare del regime siriano nel centro della Siria. "Uno sviluppo molto pericoloso della situazione. Spero - ha proseguito in conferenza stampa Lavrov - che almeno i militari americani e quelli dei Paesi partecipanti alla coalizione guidata dagli Usa lo capiscano".

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