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Immigrazione, la verità dell'Europa sui profughi: nessuno Stato li vuole

Gino Coala
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Domani i premier di mezza Europa si ritrovano a Bruxelles per un incontro preparatorio al Consiglio Ue del 28-29 giugno sull' immigrazione. Ci saranno un italiano, un francese, un tedesco, uno spagnolo... Sì, sarà una barzelletta, tant' è che il portavoce del governo tedesco ha fatto sapere che non si arriverà a una soluzione del problema. E come si potrebbe, se non ce n' è uno che giochi pulito? A parole, tutti blaterano di solidarietà, progetti comuni, arrivi da gestire insieme e spartirsi fraternamente. Sono panzane, che hanno il solo risultato malefico di illudere centinaia di migliaia di disperati africani che qui c' è un Continente ricco pronto ad accoglierli a braccia aperte. Nei fatti, l' Europa è spaccata come non mai. L' Italia ha appena sventato un complotto franco-tedesco ai suoi danni: prima Conte è andato a baciare sotto i riflettori la pantofola di Macron e Merkel, poi i due si sono visti da soli e hanno preparato una bozza che obbligava il Paese di sbarco dei profughi a riprenderseli tutti. L' abbiamo scoperto per miracolo e abbiamo costretto la strana coppia a fare marcia indietro con il risultato che, siccome è saltata la fregatura all' Italia, il vertice non produrrà nulla. I leader della Ue sono talmente squallidi che sono riusciti a far passare perfino Di Maio per sagace, quando ha dato dell'«ipocrita» a Macron. Ma falsi sono tutti, perché l' Europa dovrebbe ammettere che l' unico valore condiviso indistintamente da tutti gli Stati è che nessuno vuole i profughi, neppure pochi, neppure se di guerra. Austria, Ungheria, Polonia e i Paesi del patto di Visegrad, che domani non si siederanno al tavolo dell' ipocrisia di Bruxelles, hanno il coraggio di dirlo apertamente, ma gli altri non sono diversi. PAROLE E REALTÀ La Spagna, che fino a ieri sparava a chi cercava di varcarne i confini, è finita sui giornali di tutto il mondo per aver accolto seicento migranti, tanta era l' eccezionalità dell' evento. In Germania, il feeling ventennale tra i cittadini e la Merkel si è interrotto proprio quando la cancelliera ha aperto i confini ai siriani in fuga dall' Isis. Lei puntava al Nobel per la Pace, i tedeschi ora puntano a mandarla a casa, con la complicità del suo alleato bavarese, Seehofer, che mira a prenderne il posto dicendo che vuol chiudere i confini e che in Germania ci sono troppi immigrati. La Francia, secondo tradizione, impartisce sprezzanti lezioni di snobismo e fraternité, ma non accoglie neppure un gozzo, dà la caccia a chi scala le Alpi in scarpe da tennis per oltrepassare i confini e manda i suoi gendarmi fino in Italia a manganellare gli immigrati che vogliono attraversare la frontiera. Quanto a Malta, non muove un remo per tirare a riva nessuno, come insegna il naufragio dei medici siriani, nell' ottobre 2013, che commosse invece tanto tutti gli altri ma fece muovere solo il governo Letta. Questa è la situazione, e l' ha capito perfino il Papa, che non va più a Lampedusa perché sa che si ritroverebbe da solo con la Boldrini e la Bonino e ieri ha detto che «gli Stati devono accogliere secondo le loro possibilità». Non c' è da stare allegri. Macron e Merkel non ci faranno sconti domani né mai, non solo perché pensano a fare gli interessi dei loro Paesi, a differenza dei politici del Pd, ma soprattutto perché sanno che, se cedono, francesi e tedeschi non glielo perdoneranno, così come gli italiani non l' hanno perdonato a Renzi, Gentiloni e compagni. IL TAPPO È SALTATO Già, l' Italia. A far saltare il tappo è stato il nuovo governo, con il respingimento della Aquarius operato dal ministro dell' Interno Salvini. «Per colpa sua ora siamo isolati in Europa» lo rimprovera l' opposizione. Vero, ma meglio soli che male accompagnati. E poi, se fino a ieri eravamo ammessi al tavolo dei vip, era solo perché pagavamo il conto per tutti. Quando arrivava una nave e i commensali chiedevano «chi se la piglia?» il piddino di turno alzava la mano gioioso: «Io». A furia di prenderla (la nave), ci siamo sfondati e adesso brucia al punto che anche da noi nessuno ne vuole più mezza. Il segreto del successo di Salvini sta molto in questo, che è lo stesso motivo della disfatta di LeU, Più Europa e Dem. La politica dell' accoglienza seguita fino a ieri dall' Italia, suicida per il Pd e per il Paese, ha fatto la felicità dell' Europa, che, altra ipocrisia, fingeva anche di elargirci denaro per gestire la pratica. Ennesima balla. In realtà, la Ue acconsentiva semplicemente a che aumentassimo il nostro deficit, scorporando le spese per l' immigrazione dal calcolo del rapporto debito/Pil; ma i soldi erano sempre nostri, non ce li regalava nessuno. È arduo prevedere se l' azzardo di Salvini, che vuole cambiare i trattati europei che obbligano il Paese d' approdo a gestire l' emergenza, andrà a buon fine. L' Italia sta forzando la mano e ha fatto sapere che non sovvenzionerà più il fondo europeo che finanzia la Turchia e l' Africa per arginare i flussi finché non si troverà una soluzione. Ieri Libero ha titolato «Salvini dacci retta, blocco navale e confini chiusi». Potrebbe diventare la ricetta comune di tutti, se i leader avessero il coraggio di dire quello che pensano e ascoltare i loro cittadini. L' immigrazione disintegrerà l' Europa, probabilmente, ma potrebbe compattarla se si trovasse una linea unitaria, meglio se rispondente agli umori degli europei. di Pietro Senaldi

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