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Immigrazione, Giuseppe Conte pone il veto al Consiglio europeo. Guerra totale, qui crolla l'Europa: traballa Schengen

Davide Locano
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La guerra, ora, è totale. Il premier Giuseppe Conte infatti ha bloccato l'adozione delle conclusioni della prima parte del vertice europeo a Bruxelles, dove il tema all'ordine del giorno è l'immigrazione. L'Italia, ha spiegato Conte, intende dare un voto sull'intero documento in esame, compresa la parte dei migranti discussa nella serata di giovedì 28 giugno. Un eventuale veto bloccherà tutto. Cancellata, dunque, la conferenza stampa prevista al termine della prima parte del Consiglio europeo, perché il portavoce del presidente Donald Tusk ha fatto sapere che "uno Stato membro (l'Italia, ndr) ha messo la riserva sull'intero progetto di conclusioni" e, per questo, "non c'è stato accordo sulle conclusioni". Conte non scherzava. Tutto è andato come ventilato nel pomeriggio, quando aveva affermato: "Se questa volta non dovessimo trovare disponibilità da parte degli altri Paesi europei potremmo chiudere questo Consiglio senza approvare conclusioni condivise". E appena arrivato a Bruxelles, il premier aveva messo sul tavolo la più grave delle minacce: quella del veto per rendere vano l'esito del summit. Il punto è che gli altri Paesi guida, in primis Francia e Germania, non cedono di un millimetro e non vengono incontro alle richieste di Roma. Leggi anche: Renato Farina, la dritta a Conte: "Come ricattare l'Europa" A questo punto appare sempre più probabile un irrigidimento del trattato di Schengen, se non una sospensione, con clamorose conseguenze diplomatiche e logistiche. In particolare, l'Italia rifiuta la ridicola proposta francese di creare degli hotspot di nuova generazione in Italia, sul modello della Grecia. Chiarissima la posizione del nostro governo: ragionare sulla creazione di hot-spot fuori dall'Unione europea.

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