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Papa Francesco, l'ultimo siluro contro Salvini sui migranti: la frase peggio della Boldrini

Gino Coala
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Dal Vaticano arriva un nuovo colpo contro la linea di Matteo Salvini e del governo italiano in tema di immigrazione, con la pubblicazione del volume Luci sulle strade della speranza, una raccolta di lezioni magisterali di papa Francesco sui migranti, rifugiati e tratta di esseri umani, pubblicata dalla sezione migranti e rifugiati del Dicastero vaticano per lo Sviluppo umano integrale. Nella prefazione del libro, scritta dal Papa di suo pugno, la linea della Santa sede ricalca quella ormai intrapresa con chiarezza da diverse settimane: "Spostarsi e stabilirsi altrove con la speranza di trovare una vita migliore per se stessi e le loro famiglia - scrive Bergoglio - è questo il desiderio profondo che ha mosso milioni di migranti nel corso dei secoli". Leggi anche: Papa Francesco, nulla osta ai vescovi: attaccare Salvini, l'interferenza inaccettabile Papa Francesco rilancia il parallelismo, spesso abusato, tra gli immigrati di oggi e l'esperienza di vita di Gesù Cristo, così come diversi sacerdoti avevano proposto nel corso delle ultime feste natalizie: "Gli esodi drammatici dei rifugiati" sono "un'esperienza che Gesù Cristo stesso provò, assieme ai suoi genitori, all'inizio della propria vita terrena, quando dovettero fuggire in Egitto per salvarsi dalla furia omicidia di Erode". Bergoglio non fa mai riferimento esplicito a vicende di politica attuale, soprattutto italiana, ma le sue posizioni sono fin troppo esplicite: "Il viaggio dei migranti non è sempre un'esperienza felice. Basti pensare ai terribili viaggi delle vittime della tratta. Anche in questo caso, però, non mancano le possibilità di riscatto, come accadde per il piccolo Giuseppe, figlio di Giacobbe, venduto come schiavo dai fratelli gelosi, il quale in Egitto, divenne un fiduciario del Faraone". E poi aggiunge: "Come la storia umana, la storia della salvezza è stata segnata da itineranze di diverso genere, migrazioni, esili, fughe, esodi, tutte comunque motivate dalla speranza di un futuro migliore altove. E anche quando l'itineranza è stata indotta con intenzioni criminali, come nel caso della tratta, non bisogna lasciarsi rubare la speranza di liberazione e di riscatto".

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