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Emmanuel Macron premia Pierre Moscovici perché ha bastonato duro l'Italia

Cristina Agostini
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Nel 2013, da ministro delle Finanze del socialista François Hollande, Pierre Moscovici, attuale commissario europeo per gli affari economici e monetari, fu obbligato a elemosinare uno spostamento di due anni del termine fissato da Bruxelles per il rispetto dei parametri di bilancio. Perché "Moscò", come lo chiamano i suoi amici, non aveva fatto bene i compiti a casa, aveva sforato tutto ciò che si poteva sforare, e questo nonostante si fosse presentato come paladino dell'austerity. Eppure, colui che a Bercy, sede del ministero delle Finanze, non riuscì a rispettare gli impegni in materia di riduzione del deficit pubblico, sarebbe in procinto di diventare il prossimo primo presidente della Cour des comptes francese, ossia la guardiana dei conti pubblici nazionali, che tiene informato il governo, l'Assemblea nazionale e l' opinione pubblica sullo stato di salute dei bilanci. La conferma di questa sapida indiscrezione che impazza dalla fine dello scorso anno è arrivata ieri in un articolo del Figaro, che fa seguito ad alcune informazioni pubblicate dal settimanale Paris Match il 2 gennaio. «La Corte dei conti non è soltanto una voce», ha detto al quotidiano parigino un fedelissimo di Moscovici. Leggi anche: Dopo Battisti, tocca a questi qui. Salvini, una "ruspa su Macron": quali terroristi vuole riportare IL REGALINO - Il 14 gennaio, in occasione dei tradizionali auguri alla stampa, l'attuale commissario europeo per gli affari economici e monetari aveva risposto così alla domanda sul suo futuro: «Il Canard enchaîné può confermare le sue informazioni, io no!». È stato il settimanale sforna-scoop, per primo, a rivelare che il bacchettone di Bruxelles era sereno, nonostante l'avanzata dei sovranisti in tutta Europa, perché comunque a Parigi aveva già un posto assicurato, grazie alle manovre dell'inquilino dell'Eliseo, Emmanuel Macron, che non dimentica l'impegno dell'eurocommissario francese a favore di Parigi e contro l'Italia. «C'è ancora molto lavoro da fare (in quanto commissario europeo, ndr), anche se comincio naturalmente a riflettere al seguito, e ho diverse opzioni», si è limitato a dichiarare cinque giorni fa. Nessuna porta è chiusa, insomma, ma il posto vacante che Didier Migaud, attuale capo della Corte dei conti, lascerà, è il più concupito dall'ex titolare delle Finanze di Parigi (Migaud, sempre secondo le ultime indiscrezioni, avrebbe già pronta una poltrona alla Corte costituzionale, con il benestare di Macron). A novembre, Le Figaro aveva dato conto di una cena all'Eliseo, che doveva restare segreta, con protagonisti Macron, Moscovici e due ex primi ministri di peso come Alain Juppé e Jean-Pierre Raffarin. E tra il plat e il dessert erano già scivolate alcune richieste esplicite da parte di Moscovici per avere un paracadute d' oro a Parigi al termine del suo mandato europeo. STESSA SCUOLA - Secondo le informazioni del Figaro, ci sarebbero stati altri incontri tra il commissario e il presidente francese, molto favorevole ad allargare l'"enarchia", ossia il governo dell' Ena, la superscuola delle élite da cui entrambi sono usciti. Incontri durante i quali Moscovici avrebbe ribadito la sua fregola di diventare il prossimo premier président della Corte dei conti, indicando inoltre di voler implicare l' istituzione della rue Cambon nel grande dibattito nazionale che Macron ha aperto martedì per rispondere ai gilet gialli. Del resto, ad alcuni suoi amici, aveva già detto di essere «rattristato dalla vita politica» e «sconcertato dall' involuzione del Partito socialista» (ha rifiutato di essere capolista alle elezioni europee per il Ps), ma soprattutto di voler «servire il proprio Paese diversamente». Se quel «diversamente» sarà la Cour des comptes, per Mosco sono pronti 14.500 euro al mese: non male come rientro in Francia. Il possibile futuro stipendio di Moscovici è quello che l' attuale portavoce del governo francese, Benjamin Griveaux, sognerebbe di avere, dato che considera troppo pochi per vivere a Parigi i 9.559 euro che percepisce attualmente. In un' intervista al media online Brut, Griveaux ha detto di essere «condannato» a non poter essere proprietario di un appartamento a Parigi e a non potersi «vestire con abiti molto cari». «Si vergogni!», hanno reagito i gilet gialli sui social, contro l' ennesima dichiarazione fuori luogo di un' élite disconnessa dalla realtà. di Mauro Zanon

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