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Obama sfida il Congresso

sulla riforma sanitaria

Dario Mazzocchi
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Per 47 minuti il presidente Barack Obama ha pronunciato il suo discorso in Parlamento, delineando, con la sua oramai proverbiale eloquenza, il piano di riforma del sistema sanitario del Paese, che vale complessivamente 2.5000 miliardi di dollari. Sin dalle prime parole è emersa la chiara intenzione dell'inquilino della Casa Bianca di rivolgere il suo discorso ai milioni di cittadini americani incollati alle tv e non, come ci si sarebbe aspettato dato che la Camera dei Rappresentanti e del Senato erano riunite a sessione congiunte, ai membri del congresso dei due schieramenti. Presidente bugiardo - Il deputato della Crolina del Sud, Joe Wilson, ha attaccato duramente il presidente: “lei mente”, è stata l'accusa che è risuonata in aula mentre Obama spiegava che la sua riforma sanitaria non prevede assistenza per gli immigrati illegali.  Il presidente ha inoltre aggiunto che: “i  fondi federali non saranno usati per pagare interruzioni di  gravidanza”, dichiarazione accolta da un altro grido di protesta: "non è vero". A fine intervento, il senatore Wilson si è scusato, ma il confronto politico sembra deteriorarsi sempre di più. L'accusa di essere un bugiardo non è stato che l'atto più eclatante in un clima di esasperato confronto che si è tradotto in aula con fischi, mugugni e risatine ironiche. Reazioni al discorso - Il deputato repubblicano della Louisiana, Charles Boustany, chirurgo cardiaco, è d'accordo nel sostenere che il sistema sanitario ha bisogno di una revisione, ma rimprovera al presidente di non fare abbastanza per avviare un piano “bipartisan” orientato al senso comune. Mark Kirk, repubblicano e candidato per la vecchia poltrona al Senato di Obama, si è detto deluso del discorso: “Ha parlato a noi, ma non ci ha ascoltato. Ha perso un'opportunità”. Un altro senatore repubblicano, Bob Corker, è stato ancora più diretto: “Mi sono seduto domandandomi quale fosse lo scopo dell'incontro. Speravo di ascoltare il presidente affrontare le questioni centrali e invece abbiamo sentito solo sciocchezze e retorica propaganda”. Diversa la reazione del senatore Tom Coburn, uno dei maggiori critici del presidente Barack Obama, che intravede possibilità di confronto. “È stato un buon discorso, il problema è che ciò che vuole e ciò che ha scritto sono due cose totalmente diverse. Sono comunque disposto a discutere per proseguire con la riforma”. Ieri, l'approvazione dei cittadini americani del lavoro fin qui svolto dall'amministrazione Obama, si aggirava intorno al 50%, mentre i pareri contrari erano al 46%.

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