Satellite cinese avvista tre pezzi: "Potrebbero essere dell'aereo scomparso"

di Nicoletta Orlandi Postidomenica 16 marzo 2014
Satellite cinese avvista tre pezzi: "Potrebbero essere dell'aereo scomparso"
4' di lettura

I satelliti impiegati dalla Cina per la ricerca del volo MH370 della Malaysia Airlines, scomparso dai radar nella notte tra venerdì e sabato scorso con 239 persone a bordo, hanno localizzato in una "sospetta area di impatto marino" tre oggetti di grandi dimensioni che potrebbero essere riconducibili al Boeing 777 200 ER della compagnia di bandiera malese. Lo ha riferito nella tarda serata di mercoledì l'Amministrazione Statale per la Scienza e la Tecnologia cinese, in un comunicato apparso sul suo sito web. Quelli che potrebbero essere i resti del jet scomparso sono stati localizzati dai radar il 9 marzo scorso, a poco più di 24ore dalla scomparsa del volo MH370, e si troverebbero in un’area con un raggio di venti chilometri quadrati non lontano dall’ultimo rilevamento radar del jet della Malaysia Airlines. Le dimensioni degli oggetti localizzati sono piuttosto grosse: uno di loro misura circa 13 per 18 metri. Un secondo è poco più grande: 14 per 19, mentre l’ultimo misura 22 per 24 metri. Le ricerche e gli avvistamenti finora annunciati nello specchio d’acque dove si sono prevalentemente concentrate le ricerche non hanno prodotto risultati, aumentando, invece, il mistero che circonda l’aereo della Malaysia Airlines a più di 110 ore dalla scomparsa, e alimentando le polemiche. Arrivate ieri al quinto giorno senza risultati, le autorità della Malaysia hanno dovuto rispondere alle accuse di chi definisce caotiche le ricerche del volo scomparso nella notte tra venerdì e sabato scorso nei cieli del Mare Cinese Meridionale. Gli inquirenti nella giornata di martedì avevano ampliato il raggio d’azione, comprendendo anche lo Stretto della Malacca, sud della Paese, e le coste occidentali, dopo le segnalazioni che l’aereo potesse avere cambiato rotta. Il volo MH370 della Malaysia Airlines, partito poco dopo la mezzanotte di venerdì dall’aeroporto di Kuala Lumpur e diretto a Pechino, aveva mandato un ultimo segnale ai radar intorno alle 1.30 di sabato, ed era stato localizzato dall’ente per l’aviazione vietnamita al largo delle coste meridionali del Paese, a centinaia di chilometri dallo Stretto della Malacca e dalle coste occidentali della Malaysia. Proprio queste ultime sono state oggetto delle ultime ricerche, dopo che il capo dell’aeronautica di Kuala Lumpur, Rodzali Daud, aveva confermato che i radar militari hanno segnalato un oggetto volante non identificato nelle prime ore di sabato scorso al largo delle coste occidentali del Paese. In totale, le ricerche di ieri - che coinvolgono dodici Paesi, 42 navi e 39 velivoli - si sono concentrate su un’area di 27mila miglia nautiche quadrate, spingendosi fino all’isola malese di Penang, non lontano in linea d’aria dalla località turistica di Phuket, in Thailandia. Arrivano soprattutto da Pechino le polemiche nei confronti delle autorità malesi. Delle 239 persone a bordo del volo MH370, 153 erano cinesi. Martedì sono arrivati a Kuala Lumpur i primi familiari delle persone scomparse a bordo del Boeing 777 200 ER della Malaysia Airlines, dopo che l’ambasciata malese di Pechino aveva avviato procedure di emergenza per il rilascio dei visti ai familiari che volessero seguire da vicino le operazioni di ricerca dell’aereo e l’eventuale soccorso delle vittime. La Cina ha definito "piuttosto caotiche" le indagini svolte a Kuala Lumpur, ma le critiche ai lavori della commissione di indagine arrivano anche dall’interno, con i malesi che ritengono i fallimenti nelle ricerche degli scorsi giorni come fonte di imbarazzo a livello nazionale. A fare scalpore, in Malaysia, nelle scorse ore, è stata la rivelazione di un’emittente televisiva australiana che un membro della crew di bordo, Fariq Abdul Hamid, 27 anni, nel 2011 aveva violato le regole della compagnia aerea permettendo a due passeggere di entrare nella cabina di comando. La compagnia di bandiera malese ha spiegato, però, che non ci sono indizi che lascino pensare a responsabilità dell’equipaggio nella scomparsa dell’aereo. Gli inquirenti hanno appurato che l'ultimo messaggio all’interno del volo MH370 è stata la buonanotte ai passeggeri da parte dei membri dell’equipaggio, a riprova del fatto che il volo è scomparso senza lanciare messaggi con richieste d’aiuto. L’aeronautica malese, ancora ieri, non escludeva del tutto la possibilità che l’aereo potesse avere cambiato rotta dopo l’ultimo rilevamento radar, tornando indietro o spostandosi verso nord-ovest: un’eventualità che oggi sembra da scartare, se le verifiche degli scienziati cinesi confermeranno che i resti trovati in mare provengono dal Boeing disperso. Fino a ieri sera, tutte le piste erano di nuovo aperte nelle ricerche del Boeing 777 200 ER. Ieri, gli inquirenti hanno ventilato di nuovo la possibilità che a fare scomparire l’aereo di linea dai radar potesse essere stato un atto terroristico. Martedì, le autorità malesi avevano deciso di indirizzare le indagini soprattutto verso le ipotesi di sabotaggio o sequestro dell’aereo e sulle conseguenze di possibili problemi personali, psicologici o di salute dei passeggeri o di membri dell’equipaggio. Il direttore della CIA, John Brennan, ha invece dichiarato oggi che nel mistero del volo MH370 nessuna ipotesi, neppure quella dell’atto terroristico, può essere esclusa. La giornata di ieri è stata scandita da segnalazioni di oggetti ritrovati in mare che potrebbero essere riconducibili all’aereo della Malaysia Airlines. Un gruppo di pescatori malesi ha ritrovato in mare quello che dalle immagini di un sito internet locale sembra essere un gommone di salvataggio molto danneggiato. Dopo ilritrovamento i pescatori hanno avvisato immediatamente le autorità, ma non sono riusciti a riportarlo a bordo della loro imbarcazione, e il possibile relitto si è inabissato. Tra le segnalazioni errate delle squadre di ricerca c'è quella che riguarda le due lunghe scie di petrolio in mare che inizialmente si pensava riconducibili all’aereo scomparso, e quella dell’avvistamento di un oggetto che aveva fatto pensare a uno sportello dell’aereo scomparso.

ti potrebbero interessare

altri articoli di Esteri