«È una scoperta ricca di implicazioni. Non avrei mai creduto di ritrovarmi davanti a un risultato così straordinario!». Sorpresa comprensibile quella del presentatore televisivo Mark Evans: molto probabilmente, la moglie di Hitler era ebrea. Parliamo di Eva Braun: commessa nel negozio di fotografo di un amico del futuro Führer, che la conobbe nel 1929, per iniziare a frequentarla nel 1932. Lei ne divenne subito così dipendente che quando Hitler la lasciò sola per una lunga campagna elettorale si sparò un colpo in gola. Si salvò, ma il suo gesto attirò l’attenzione di lui: ancora impressionato dal suicidio della nipote Angelika Maria Raubal, figlia di sua sorella, che infatuata dello zio si era sparata nel 1931 un colpo al cuore. Di nuovo Eva tentò il suicidio nel 1935, e Hitler a quel punto le regalò una villetta, iniziando anche a invitarla nelle vacanze per farla comportare da padrona di casa. Fedele a un’immagine di sé in cui si voleva sposo della Germania, però, Hitler non formalizzerà la relazione che alla fine, nel bunker della cancelleria sotto l’attacco dei sovietici. Il 29 aprile 1945 i due si sposano. Il 30 aprile si suicidano: lui con un colpo di pistola; lei col cianuro. Proprio al Berghof, residenza bavarese in cui Adolf e Eva trascorsero gran parte della Seconda Guerra Mondiale, è stata ritrovata una spazzola, «fortemente impregnata di materiale genetico», ovvero di capelli. Il test e la storia - Il dna fu individuato nel 1953, ma fu nel 1984 che si comprese come la possibilità di individuare una persona a partire dalle caratteristiche irripetibili dei suoi geni lasciati da campioni come pelle, sangue, saliva o capelli poteva servire a incastrare il colpevole di un delitto: evento che avvenne per la prima volta nel 1988. Nuova regina delle prova giudiziarie, il dna ha anche permesso di far saltare quasi definitivamente l’antico assioma «mater semper certa est, pater numquam»: quasi, perché quel test con cui Balotelli si è tolto ogni dubbio sulla figlia concepita con Raffaella Fico avrebbe margini di ambiguità in caso di rapporti ravvicinati con due fratellie. Il dna è servito poi a studiare le malattie genetiche, e anche a qualche antico giallo storico. È stato confrontando il suo dna con quello di alcuni suoi discendenti, ad esempio, che è stato possibile identificare con certezza nello shakesperiano Riccardo III uno scheletro di recente trovato sotto un parcheggio a Leicester. È stato grazie al dna che nel 2000 è stato autenticato il cuore di Luigi XVII di Francia era effettivamente suo, smentendo definitivamente la pletora di “falsi delfini” che per tutto l’800 avevano preteso di essere il figlio di Luigi XVI sopravvissuto. Pure il dna ha accertato che i discendenti maschili di Sally Hemings hanno effettivamente il dna di Thomas Jefferson, e che dunque è probabile che il terzo presidente degli Stati Uniti abbia effettivamente fatto figli con la sua schiava. Appunto su questi gialli storici si basa Dead Famous Dna: il programma della tv britannica Channel 4 che Mark Evans presenta. Una puntata ha ad esempio scoperto che Elvis Presley morì giovane per una malattia genetica; un’altra che anche Charles Darwin aveva problemi di salute. Il test e le star - Ma negli Stati Uniti, Paese multietnico per eccellenza, impazzano anche i programmi che si divertono a scoprire da dove venivano gli avi di vip. African American Lives, ad esempio, ha appurato che quelli di Morgan Freeman erano songhai e tuareg del Niger, e quelli di Whopi Goldberg papel e bayote della Guinea-Bissau. Faces of America, a sua volta, ha calcolato in Eva Longoria un 70% di europea, cognome asturiano; un 27% di amerindia, collegabile a una donna maya; e un 3% di africana. Per chi ha la curiosità, le pubblicità su Internet offrono vari livelli di analisi, tra i 75 e i 395 euro. In alcuni casi, queste origini sono abbastanza generiche. Gran parte degli italiani, infatti, scoprirà semplicemente che 10 o 20.000 anni fa aveva avi in Anatolia e/o in Nord Africa. Ma nella spazzola attribuita a Eva Braun la puntata di Dead Famous Dna che andrà in onda mercoledì ha ritrovato una sequenza specifica di dna «fortemente associata» agli ebrei askenazi tedeschi. Accuse ad Adolf - Probabilmente Eva non lo sapeva neanche: gran parte delle caratteristiche più evidenti a questi esami sono pressoché irrilevabili nell’aspetto esteriore, e si sa che per lo meno il 95% dei discendenti di coloro che erano ebrei come religione al tempo dell’Impero Romano hanno cessato di esserlo nel corso dei 2000 anni successivi. Hans Frank, il governatore nazista della Polonia, durante il Processo di Norimberga tirò fuori che secondo lui lo stesso Hitler poteva avere sangue ebreo, visto che sua nonna era rimasta incinta di suo padre mentre era domestica di un ricco ebreo: un’ipotesi peraltro oggi smentita da quasi tutti gli storici. Nel caso di Eva Braun, invece, il problema è che sebbene quasi certamente il materiale genetico sulla spazzola è il suo per essere sicuri al 100% ci vorrebbe un raffronto con il capello di un parente ancora in vita. E quelli che ci sono rifiutano categoricamente di prestarsi. di Maurizio Stefanini