Cerca
Cerca
+

Scotland Yard recluta gay

per proteggere la regina

emanuele satolli
  • a
  • a
  • a

“God save the Queen”. Dio salvi la regina, recita l'inno nazionale inglese, ma forse bisognerebbe modificare il testo e aggiungere gay, lesbiche e transessuali salvino la regina. La polizia britannica ha pubblicato un annuncio per la selezione di circa 30 persone tra gay, lesbiche, bisessuali, transessuali e neri per colmare la scarsa presenza delle minoranze nel corpo di protezione di Sua Maestà Elisabetta II. Entro fine mese chi interessato, può presentare la domanda e sperare di passare le selezioni per diventare un agente in servizio presso i palazzi londinesi o il castello di Windsor. Dopo la pubblicazione dell'annuncio non sono mancate le polemiche. “È un lavoro terribile, a nessuno piace”, ha affermato John O'Connor, ex comandante della Metropolitan Police. “Che cosa può esserci di più demoralizzante che stare seduto per ore in un vecchio gabbiotto di ferro arrugginito? – ha aggiunto l'ex comandante - È solo uno specchietto per le allodole, per salvare il politicamente corretto”. Anche per il parlamentare Conservatore del collegio di Shipley, Philip Davies, “tutto ciò ha del ridicolo”. “Non so se la famiglia reale si sentirà più sicura sapendo che là fuori a proteggerli c'è un transessuale - ha detto Davies – Che male c'è ad assumere solo i più capaci per il ruolo? Non m'interessa sapere se questi agenti sono gay o eterosessuali, la cosa importante è che siano i migliori”. Secondo una fonte interna al corpo di polizia “che Scotland Yard voglia incrementare la presenza di donne e agenti neri nelle sue fila è comprensibile”, ma l'agente si chiede se davvero la regina abbia bisogno di travestiti che imbracciano un mitra intorno a Buckingam Palace o Windsor. Un portavoce di Scotland Yard ha cercato immediatamente di frenare le polemiche e si è giustificato affermando che la loro intenzione è quella di “reclutare i migliori profili nelle diverse comunità di Londra e ciò significa assicurarsi che tale diversità si rifletta in quelle particolari unità che al momento sono scarsamente rappresentate”.    

Dai blog